Si sono fatti attendere una mezz’ora in più rispetto all’orario fissato a Palazzo San Giorgio, come la ‘prassi’ dei matrimoni prevede. Davanti al Municipio parenti e amici visibilmente emozionati, ma anche giornalisti e fotografi. Loro, Fabio De Angelis e Vittorio Ruzzi, sono arrivati a piedi mano nella mano, nell’altra stringevamo un bouquet di rose. Elegantissimi, rispettivamente in completo blu e nero, per il giorno più importante della loro vita, ma anche per la città di Campobasso. È la prima unione civile celebrata nel capoluogo di regione, la seconda in Molise dopo il matrimonio del 2016 a Campomarino.
«Celebriamo tutti i giorni matrimoni – ha detto il sindaco Antonio Battista prima della cerimonia celebrata nella sua stanza – quindi non c’è una particolare emozione, però mi compiaccio che anche la città di Campobasso ha potuto maturare all’interno delle strutture dei sevizi demografici una organizzazione capace di dare informazioni e di sostenere le coppie gay che vogliono compiere questo passo. Con le unioni civili si abbattono le barriere del pregiudizio, si è aperta una strada molto importante che viene da lontano. Quello a cui dobbiamo strare attenti è solo il benessere della persona umana. La città di Campobasso ha una mentalità molto aperta e laica nei confronti delle persone, quindi io non credo di dover parlare, in questa circostanza, del tema della tolleranza. Esistono dei diritti civili che devono essere garantiti e la cosa avviene normalmente».
Prima del fatidico sì Fabio e Vittorio, che da tre anni vivono la loro storia a Campobasso, concedono qualche battuta alla stampa senza nascondere l’emozione: «È un giorno di gioia – dicono – speriamo di fare da apripista ad altre coppie come noi che devono vivere il loro amore alla luce del sole. Noi chiediamo solo di vivere normalmente la nostra storia e di essere tutelati come tutti gli altri».
