Seppur in condizioni migliori rispetto ad altre realtà italiane, necessitano di interventi strutturali, perché si tratta di edifici realizzati parecchi anni fa. Questa in sintesi la foto scattata dalla delegazione della Uilpa Polizia Penitenziaria che, ieri mattina, ha fatto visita nelle Case circondariali di Campobasso e Isernia.
A tracciare un bilancio dei sopralluoghi effettuati nei due penitenziari è stato il segretario generale Angelo Urso, nel corso della conferenza stampa che si è tenuta davanti al carcere di Ponte San Leonardo. Carenze sono state evidenziate anche per quel che concerne gli organici e i mezzi di trasporto.
«Sostanzialmente gli istituti di Campobasso e Isernia – ha esordito – , non sono tenuti malissimo, considerando il fatto che ci sono stati dei tagli lineari sui fondi. Quindi tutto sommato gli sforzi sono abbastanza importanti da parte di chi dirige le due strutture che abbiamo visitato. Certo è – ha poi sottolineato – che entrambi i penitenziari presentano i segni degli anni che passano e tutti e due avrebbero bisogno di interventi strutturali di un certo tipo e di finanziamenti ad hoc. Basti pensare che i muri di cinta dei due istituti non sono utilizzati perché dichiarati inagibili. Per questo credo che sia la necessità di intervenire dal punto di vista strutturale». Per quanto riguarda gli organici «anche qui – ha detto ancora Urso – noi viviamo una situazione un po’ paradossale, perché in Italia la pianta organica del corpo è stata ridotta, per effetto della legge Madia, di 4.000 unità, che evidentemente sono state tagliate negli istituti penitenziari. Quindi ciò che era carenza prima, oggi non lo è più ma solo per effetto dei tagli. Secondo noi, in verità, le carenze d’organico ci sono ancora. Lo dimostra il fatto che i turni di servizio, sia a Campobasso sia qui, invece di essere organizzati su quattro turni sono organizzati su tre turni. Quindi lo straordinario diventa una situazione ordinaria di servizio. A Campobasso un po’ meno rispetto a Isernia. Ciò dimostra che qualcosa nell’organico non va. Delle due l’una: o il datore di lavoro, in questo caso lo Stato, non è in grado di definire un’organizzazione del lavoro adeguata, o le unità non sono sufficienti a garantire i servizi».
Criticità sono state evidenziate anche per quel che riguarda i trasporti. «I mezzi – ha sottolineato ancora il sindacalista – sono assolutamente inadeguati. Poi sono poche le unità addette a questi servizi. Basti pensare che a Campobasso, dove ci sono 150 detenuti sono solo 8 le persone che si occupano di quel servizio. Questo fa sì che ogni giorno bisogna prendere unità dall’interno dell’istituto, sopprimere posti di servizio e utilizzarli per fare le traduzioni. Anche questo dimostra, secondo me, che l’organico non è assolutamente adeguato».
Infine, per quanto riguarda il penitenziario pentro, un’altra criticità riscontrata è quella relativa al presidio medico. «Dalle 20 in poi – ha spiegato il sindacalista – non è più presente il medico nell’istituto e quindi si deve fare riferimento alla guardia medica. E questo credo sia un problema sia dal punto di vista della sicurezza perché, se un detenuto sta male, la guardia medica deve arrivare da fuori, e questo costituisce un problema dal punto di vista dei trasferimenti in ospedale. Quindi se l’Asl di competenza facesse una riflessione rispetto alla possibilità di aumentare le ore di presenza del medico all’interno dell’istituto credo che ne gioverebbero tutti – ha concluso Urso -: i detenuti e anche il personale».
Deborah Di Vincenzo