La data si avvicina: il prossimo 28 luglio sarà celebrata, anche in Molise, a Campobasso, la prima marcia dell’orgoglio gay. «Lo slogan della manifestazione – avevano annunciato lo scorso maggio gli organizzatori poco prima che slittasse l’appuntamento – sarà: “Molise R-Esiste”, motto che intende richiamare la prima partecipazione degli attivisti di Arcigay Molise al gay pride di Napoli di due anni fa, dove fu lanciato per la prima volta il messaggio durante la manifestazione».
La difesa dei propri diritti e la fierezza di ciò che si è rappresentano il cuore pulsante della manifestazione.
Orgoglio, dunque. Non vergogna. Integrazione. Non esclusione. Sono questi gli elementi che spingono migliaia di lgbt (lesbiche, gay, bisex e trans) a scendere nelle piazze italiane per celebrare, con profonda fierezza, i propri sentimenti e la propria sessualità, difendendo a voce alta quelli che dovrebbero essere i diritti di ogni essere umano.
Anche il Molise ha fatto passi avanti in questo senso. Due le unioni civili tra omosessuali celebrate in regione: il primo ‘sì’ è stato pronunciato a Campomarino, nel dicembre del 2016, da Carlo e Massimiliano, la seconda unione, tra Vittorio e Fabio, è stata celebrata lo scorso giugno al cospetto del sindaco Battista.
Ma nonostante l’era moderna in cui viviamo e il diritto di ognuno di esprimere il proprio pensiero, la manifestazione non trova ancora tutti d’accordo. C’è chi la considera di “cattivo gusto” e chi, invece, fa ancora fatica a tollerare l’ostentazione di rapporti, sentimentali e sessuali, tra due persone dello stesso sesso.
Anche Palazzo San Giorgio è spaccato sul Gay Pride, ma stavolta non si tratta della consueta ‘guerra’ tra maggioranza e opposizione. Pure all’interno della minoranza le opinioni sono contrastanti, così come tra gli esponenti dell’esecutivo. L’argomento è approdato lunedì in Commissione Cultura, dopo che l’Arcigay ha chiesto al Comune il patrocinio per l’iniziativa. E proprio sulla concessione dello stemma di Palazzo San Giorgio che si è consumato lo scontro. Ad alzare le barricate è stato il capogruppo di Laboratorio civico Francesco Pilone che pur non avendo diritto di voto ha voluto esprimere la sua contrarietà alla proposta. «Rispetto le idee di tutti – ha premesso – ma qui ci troviamo di fronte ad un problema innanzitutto procedurale e regolamentare. Il patrocinio, come da regolamento, viene concesso a manifestazioni di particolare valore culturale, scientifico, sociale ed educativo, o per sostenere la promozione di attività che sviluppino il miglioramento della qualità della vita dei soggetti appartenenti alla comunità locale. Quale valore culturale ed educativo – l’attacco di Pilone – può avere una sfilata in cui donne e uomini mezzi nudi espongono il proprio orientamento sessuale in piazza? Inoltre il patrocinio rappresenta l’apprezzamento e il pubblico riconoscimento dell’amministrazione a quella determinata manifestazione. Ma su temi così personali e dibattuti io credo che in Comune dovrebbe mantenere una certa imparzialità. Non stiamo dicendo di vietare la sfilata, ma concedere il patrocinio mi sembra un passo avventato, per altro con molti vizi procedurali».
Sulla stessa linea di Pilone anche Maria Laura Cancellario, Carla Fasolino, Michele Ambrosio, Alberto Tramontano e l’assessore Salvatore Colagiovanni.
Non la pensa così la presidente della Commissione ed esponente del Pd Giovanna Viola, che ha aggiornato la discussione e dunque la votazione a domani: «Il vero problema – ha detto – non sono i vizi procedurali, ma il significato della manifestazione». D’accordo anche la consigliere pentastellata Paola Felice: «I patrocini non vengono concessi solo a manifestazioni con scopo di lucro o con fini commerciali, come esplicita il regolamento. E non è questo il caso».
Ma finiamola con queste continue offese alla dignità umana, che si tramutano in emerite pagliacciate e rendono l’essere umano un fenomeno da baraccone! Guardatevi intorno ed abbiate l’onestà intellettuale di capire come si è ridotta la città: uno scomposto agglomerato urbano dove non vigono né regole né decoro. Se Battista & co. avessero la stessa solerzia nel prendere provvedimenti per il recupero della dignità del capoluogo, adesso staremmo a galla!