La Tgr Molise ‘minacciata’ dalla Lega provinciale di Campobasso.
Il comitato di redazione denuncia l’episodio, immediata la presa di posizione di Usigrai, Fnsi e Assostampa.
Il ‘fattaccio’ qualche giorno fa. Oggetto dello scontro, da quanto trapela, i servizi realizzati sulla disattivazione dei punti di primo intervento di Larino e Venafro. Il Carroccio provinciale ha lamentato, con una mail inviata alla redazione della Tgr Molise, l’assenza delle dichiarazioni della capogruppo leghista a Palazzo D’Aimmo Aida Romagnuolo (che è anche segretaria provinciale). La parte finale della nota, riportata nel comunicato del Cdr, era eloquente: «Vogliamo evitare di portare all’attenzione del ministro Matteo Salvini, la notizia di questi spiacevoli episodi».
Intanto, il Cdr respinge nel merito la censura: «Affermazioni false, come documentano i nostri telegiornali». Nell’edizione delle 14 la Tgr ha proposto un servizio sullo stato dei fatti in relazione ai punti di primo intervento, in quella delle 19.30 ha dato conto del dibattito politico che si era sviluppato riportando anche le dichiarazioni di Romagnuolo.
A parte il merito, però, il Cdr denuncia «il chiaro atteggiamento intimidatorio e minaccioso rivolto all’intera redazione». Alla segreteria provinciale del Carroccio è stato chiesto un incontro chiarificatore, ma la risposta non è arrivata. Quindi, i giornalisti della Tgr Molise, riuniti in assemblea, hanno deciso di rendere pubblica la vicenda e respingere «questa indebita ingerenza» oltre a denunciare «il tentativo di influenzare il loro lavoro. È un comportamento inaccettabile che mina la libertà di stampa e di cronaca. Per questo motivo chiediamo scuse formali per i toni e i contenuti espressi».
Usigrai e Fnsi parlano di «comportamento inaccettabile e dal sapore intimidatorio», si schierano al fianco della redazione della Tgr Molise e ravvisano nella mail del Carroccio «toni da nostalgici del MinCulPop. Le scuse, seppur tardive, sarebbero comunque un atto minimo di dignità da parte degli esponenti locali di una forza politica che è al governo del Paese». Infine, il presidente di Assostampa Giuseppe Di Pietro: «Quando la politica ha la pretesa di decidere la scaletta dell’informazione, di limitare l’autonomia della redazione, si mette in discussione la democrazia e la libertà di stampa», dice esprimendo solidarietà alla redazione e sostegno alla redazione.

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