A Giuseppe Di Pietro, che alla Lega provinciale di Campobasso ha suggerito di intervenire sui costi della casta prima di criticare gli stipendi dei giornalisti Rai, il Carroccio replica ancora. Accetta la sfida al confronto pubblico che il capo di Assostampa aveva lanciato e annuncia che si farà ‘difendere’ dal consigliere nazionale dell’Ordine Vincenzo Cimino.
La querelle, iniziata quando il presidente di Assostampa si è schierato a favore della redazione della Tgr nello ‘scontro’ col partito di Salvini per il mancato inserimento di alcune dichiarazioni di Aida Romagnuolo in un servizio del telegiornale locale della Rai, non accenna a chiudersi.
«Giuseppe Di Pietro, invece di occuparsi delle prebende degli altri, bene farebbe ad occuparsi delle sue prebende. Ricordiamo che alcuni anni fa egli stesso, probabilmente per ottenere quelle prebende che oggi egli contesta ai consiglieri regionali eletti democraticamente, si candidò alla Regione prima con i Socialisti e poi nella lista dell’Italia dei Valori», attacca la Lega di Campobasso ricordando che il presidente del sindacato non fu eletto.
«Il nostro è uno che nell’arco di un anno appare solo per incensare qualche polemica, per far vedere chissà a chi che lui c’è sempre anche quando invece non c’è. Di Pietro occupa quella poltrona da quando anche nel Molise fu istituita l’Assostampa, il sindacato dei giornalisti che dovrebbe difendere a muso duro tutti i giornalisti malpagati, sottopagati, quelli che stentano ad essere assunti mentre lui, guarda caso, difende solo chi lavora. Sembra che Giuseppe Di Pietro viva su Saturno con i marziani saturnini, e scrive proprio come loro. Il Di Pietro a senso unico, nel suo reiterato attacco alla Lega, commette alcuni gravi errori. Dice che gli stipendi dei giornalisti non sono lauti; dice che le indennità dei consiglieri regionali sono alte e noi anticipiamo che voteremo per il loaro dimezzamento; parla impropriamente della legge 448, dimenticando che è una legge nazionale e non regionale; dice che come Assostampa del Molise lavora gratuitamente ed invece non è vero visto che lo stipendio a fine mese lo prende eccome; si vanta di utilizzare anche le ferie per il durissimo lavoro che svolge in contrada Colle delle Api a Campobasso, mentre invece sappiamo che è quasi sempre a Roma».
Quanto alla legge sull’editoria, l’unica eletta del Consiglio regionale ad essere giornalista – dicono dalla Lega – è la capogruppo Aida Romagnuolo. È lei, quindi, il «naturale intermediario» per una nuova norma.