Mentre lavorava in campagna a Trivento, un uomo è stato ferito a una gamba da un cinghiale.
Un fatto di cronaca reso noto dalla Coldiretti Molise che, perciò, torna a denunciare con forza quella che è una vera e propria emergenza: il problema della sovrappopolazione degli ungulati.
L’uomo è stato trasportato al Pronto soccorso e fortunatamente se l’è cavata solo una sutura all’arto, ma l’episodio avrebbe potuto avere esiti più gravi.
«Un episodio, questo – osserva preoccupato il delegato confederale di Coldiretti Molise Giuseppe Spinelli – che testimonia come la fauna selvatica non costituisca più solo un pericolo per le aziende agricole ma anche per l’incolumità dei cittadini stessi.
Nei giorni scorsi, poi, stando sempre alle cronache – prosegue – nei pressi di Bojano, un capriolo attraversando la Bifernina ha causato un pericoloso incidente stradale. Per questo siamo a chiedere ancora una volta, e con la massima urgenza, l’intervento delle istituzioni al fine di poter arginare un fenomeno, quello della eccessiva proliferazione della fauna selvatica, che sta assumendo i contorni di una vera e propria emergenza per la pubblica incolumità».
Il direttore regionale Coldiretti Molise Aniello Ascolese precisa: «Sempre più di frequente i nostri soci ci segnalano casi di ‘incontri ravvicinati’, e molto spesso pericolosi, con branchi di cinghiali che ormai scorazzano indisturbati nei campi coltivati, distruggendo interi raccolti, e si avvicinano sempre più alle abitazioni.
Gli ungulati non temono più la presenza dell’uomo che spesso non esitano ad attaccare per difendere la loro numerosissima prole. Siamo ormai inondati di video – aggiunge Ascolese -, che circolano anche in rete, che ritraggono branchi di 30-40 esemplari che si muovono liberamente sul territorio, attraversano strade interpoderali e statali e mettono a repentaglio anche la sicurezza di automobilisti e semplici utenti delle stesse».
Coldiretti incalza sostenendo che il problema non è più rinviabile, per questo chiede immediate soluzioni normative, incisive e risolutive che tutelino non solo le imprese agricole ma anche l’incolumità pubblica.