Subito dopo la riunione con i sindacati, il varo di un provvedimento che va nella direzione che Toma ha annunciato.
La giunta regionale ha approvato il bando per i progetti di pubblica utilità , di cui tanto si è parlato nell’ultimo anno soprattutto in relazione alla possibile ricollocazione degli ex operai dello Zuccherificio, per i quali la mobilità è ormai terminata e non c’è nemmeno teoricamente la possibilità di tornare a lavorare nel settore o meno che mai che l’azienda riapra i battenti.
La delibera che ha avuto il via libera ieri sera, ha spiegato lo stesso presidente Donato Toma, costituisce «un importante provvedimento a favore di soggetti disoccupati iscritti al Centro dell’impiego che siano residenti in Molise, abbiano esaurito il periodo di copertura degli ammortizzatori sociali o ne siano sprovvisti, non godano di alcun trattamento pensionistico, siano stati interessati da licenziamento collettivo, ad eccezione dei licenziamenti per giusta causa, o da cessazione del rapporto di lavoro, comprese le dimissioni per giusta causa e con esclusione delle dimissioni volontarie. Abbiamo predisposto – ha aggiunto – un avviso pubblico per la presentazione di progetti volti alla realizzazione di opere e servizi di pubblica utilità all’interno dei quali saranno impiegati i soggetti che hanno perso il lavoro. La dotazione finanziaria, pari a 1.750.000 euro, è a disposizione di amministrazioni pubbliche, enti pubblici economici, società in house, consorzi, enti del cosiddetto Sistema Molise, che presenteranno progetti di pubblica utilità e che saranno chiamati a selezionare, mediante procedura di evidenza pubblica, i disoccupati che abbiano i requisiti che ho elencato. Una risposta concreta – ha quindi concluso il capo di Palazzo Vitale – a quei lavoratori che hanno perso il posto di lavoro e nei confronti dei quali ci eravamo impegnati ad intervenire in tempi brevi con soluzioni possibili e compatibili con il quadro normativo di riferimento».
Nella stessa seduta, si è appreso in serata, la giunta ha annullato la delibera con cui l’esecutivo Frattura designò il Cda di Finmolise (Filomen Iapalucci, Paolo Verì e Giovanni Leva) a pochi giorni dal voto. Dopo il parere dell’Avvocatura, la decisione di procedere perché l’atto non era necessario e urgente.