Ancora un tragico evento ha colpito la comunità molisana in Venezuela. Dopo l’omicidio di Domenico e Gabriel Petruccelli, nonno e nipote, originari di Sant’Elia a Pianisi, avvenuto lo scorso novembre, la profonda crisi socio-economica e sanitaria, con conseguente aumento di atti di violenza e di criminalità, ha portato alla morte di un altro molisano: si tratta di Elio José Simonelli Datellis, imprenditore 49enne originario di Toro, ucciso mercoledì 1 agosto durante un tentativo di sequestro a Maracay, in Venezuela.
Secondo la stampa locale l’uomo stava percorrendo l’Avenida Fuerzas Armadas a bordo del suo suv, un Toyota 4Runner, quando all’improvviso dei malviventi lo hanno bloccato costringendolo a spostarsi sul sedile posteriore dov’è stato poi immobilizzato. L’uomo, però, ha avuto la prontezza di prendere il suo cellulare e comporre il numero del fratello il quale, dopo aver percepito la situazione di pericolo, ha immediatamente allertato la Polizia che, anche con l’impiego di un elicottero, si è messa subito alla ricerca del mezzo in fuga. Una volta raggiunto il suv, con a bordo Simonelli e i 5 malviventi, è partito lo scontro a fuoco tra agenti e banditi. Un colpo fatale, dunque, ha raggiunto il 49enne, causandogli una ferita mortale all’addome. Ad avere la peggio anche i cinque rapinatori, tutti morti nel corso della sparatoria. Ancora da chiarire la dinamica degli ultimi istanti di vita dell’imprenditore molisano, così come non appare ancora chiaro se sia stata la polizia o uno dei rapinatori a sparare alla vittima mentre cercava di divincolarsi e fuggire.
La notizia dell’uccisione di Simonelli ha fatto subito il giro del web. Sotto shock l’intera comunità di Toro, suo paese d’origine, dove vive il papà e dove amava tornare, soprattutto d’estate, per respirare quell’aria di casa della quale spesso si sente la malinconia quando si è lontani. Simonelli ha una sorella (che vive in Spagna ndr) e due fratelli. Nell’ultimo periodo si divideva tra Maracay – dove era titolare di una carrozzeria e proprietario di alcuni capannoni utilizzati per attività legate al marchio Nestlè – e la città di Miami. Lascia tre figlie piccole e un vuoto immenso nel cuore di amici e familiari.
Con l’ennesimo episodio di violenza e criminalità appare chiaro che la profonda crisi che ha colpito il Venezuela ha assunto oramai i contorni di una vera e propria emergenza umanitaria che necessita non solo dell’aiuto delle associazioni locali ma dell’intervento immediato del Governo e delle istituzioni italiane.

 

L’allarme dell’associazione Tedeschi:  in quel Paese è emergenza umanitaria

La notizia è giunta come una doccia fredda. Una situazione, quella vissuta dai nostri corregionali in Sudamerica, che da anni si è trasformata in un vero e proprio incubo. Tra i pochi che si battono affinché gli italo-venezuelani riescano a tornare a casa o a ricevere il materiale, sanitario ed alimentare, necessario alla sopravvivenza, c’è anche Michele Petraroia, presidente onorario dell’associazione Padre Giuseppe Tedeschi, che commenta così la terribile notizia: «Non si può tollerare ciò che sta accadendo ormai da anni in Venezuela nel silenzio generale. Lo Stato Italiano ha il dovere di intervenire per tutelare la sicurezza dei 140 mila cittadini con passaporto italiano che vivono in Venezuela senza contare che gli oriundi, di seconda e terza generazione, superano il milione di persone. L’Associazione Auser Padre Giuseppe Tedeschi insieme ai volontari del Comitato Molise Pro-Venezuela e sentite le rappresentanze italo-venezuelane dell’Abruzzo, del Lazio, della Sicilia, della Toscana e della Campania, esprime il proprio cordoglio alla famiglia Simonelli, alla numerosa comunità molisana di Maracay e alla comunità di Toro tra le più attive nel promuovere iniziative di solidarietà tese ad agevolare il rientro dei nostri corregionali dal Venezuela, auspicando che chi è a rischio non venga lasciato solo dallo Stato Italiano».

Il sindaco Quercio: la nostra comunità profondamente scossa

Anche il primo cittadino di Toro, Roberto Quercio, da sempre in prima linea – insieme al comitato Pro-Venezuela – nel sostegno degli italo-venezuelani originari del comune molisano, ha espresso il suo cordoglio in merito all’ennesima tragedia che ha colpito nuovamente il cuore del Molise: «La nostra comunità è profondamente scossa per questa tragica notizia. È gravissimo ciò che si sta verificando in Venezuela. Chi è riuscito a tornare racconta di una situazione insostenibile. Cadaveri lungo le strade, persone uccise per un paio di occhiali di marca, donne e uomini che muoiono perché non riescono a sopravvivere a malattie guaribili perché non ricevono cure e terapie.
Il pensiero della comunità torese ora va tutto alla famiglia e al papà di Elio. Un familiare che perde una persona cara in questa maniera è davvero una cosa inspiegabile e inaccettabile. Siamo loro vicini in questo momento così drammatico. Con l’associazione Padre Tedeschi e il Comitato Pro-Venezuela cerchiamo di fare il più possibile ma solo con il nostro impegno ci sembra di svuotare il mare con un secchio. Soltanto intervenendo a livello diplomatico ed internazionale si potrà riuscire a creare una piccola diga. Per questo cercheremo di sollecitare il Governo e il Ministero degli Esteri affinché si provveda ad intervenire su questa grave emergenza umanitaria».

Il ricordo di un amico d’infanzia

«Era un ragazzo solare e benvoluto in paese. Ogni volta che tornava veniva subito a cercare me e i suoi amici di infanzia per salutarci». Questo il ricordo di uno dei più cari amico di Elio, titolare di un’attività in paese, che spiega: «Era molto legato alla nostra comunità. L’ultima volta che l’ho visto è stato circa 6 mesi fa. Era insieme a suo fratello maggiore. Ogni volta che tornava facevamo lunghe chiacchierate. Era una persona stupenda, solare, piena di vita e apprezzata da tutti. Lo ricordano tutti e tutti noi siamo addolorati per la sua scomparsa».

Terza esecuzione nel giro di pochi mesi, parte la richiesta allo Stato italiano «Favorisca il rientro degli italiani»

«L’ennesimo sequestro perpetrato a danno di cittadini italiani o di loro figli e nipoti, nella giornata del 1° agosto 2018 è finito con la barbara uccisione di Elio Simonelli, giovane imprenditore molisano originario di Toro.
Già a fine novembre dello scorso anno, altri due cittadini italiani, nonno e nipote, Domenico e Gabriel Petruccelli, originari di Sant’Elia a Pianisi in provincia di Campobasso vennero assassinati con brutalità al termine di una rapina al loro negozio di calzature.
Non segnaliamo i tanti episodi di violenza che quotidianamente avvengono a Maracay e in altre città venezuelane a danno dei 140 mila cittadini con passaporto italiano e del milione e oltre di oriundi che vanamente attendono da tempo di completare le pratiche per il riconoscimento della cittadinanza italiana incontrando difficoltà amministrative, ritardi burocratici e rinvii sine die ad ogni livello.
Con la presente nota sollecitiamo un intervento ufficiale del Governo Italiano a tutela dei nostri connazionali in Venezuela affinché non abbiano a ripetersi i tragici eventi che hanno visto assassinati, sequestrati o oggetto di violenze di vario tipo, molti cittadini ed oriundi italiani.
Sollecitiamo, inoltre, il Governo a intraprendere ogni provvedimento finalizzato ad agevolare il rientro degli italiani dal Venezuela riconoscendo i loro titoli di studio, patenti o qualifiche professionali alla stregua di ciò che fanno sia gli altri Stati dell’America Latina che la Spagna.
Bisogna adottare misure simili a quelle attivate agli inizi del 2000 per la crisi argentina agevolando i nostri connazionali in materia sanitaria, di pensioni, di alloggi, di inclusione sociale e lavorativa, e di rientro in Italia.
Il dramma umanitario della popolazione venezuelana merita ogni utile attenzione in qualsiasi sede internazionale, nazionale e locale».

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