Sui vaccini, il governatore di centrodestra Donato Toma raccoglie la sfida del Pd e prende l’impegno di legiferare quanto prima per l’obbligatorietà. Sui vaccini, il Pd convince il centrodestra che guida il Molise e blinda l’obbligatorietà delle vaccinazioni per l’iscrizione a scuola che a Roma un pezzo di centrodestra alleato coi 5 Stelle mette in discussione.
Due letture, sfumature diverse. La sintesi è che ieri Pd e centrodestra hanno battuto la linea 5S-Lega. E hanno rivendicato: siamo all’avanguardia.
L’interrogazione presentata dai consiglieri Micaela Fanelli e Vittorino Facciolla ha ottenuto subito il consenso del presidente della Regione che ha chiesto di trasformarlo in un ordine del giorno, magari leggermente modificato per renderlo condiviso, in modo da pronunciare un impegno concreto dell’Aula.
Mercoledì il gruppo dem ha presentato un disegno di legge che conferma in Molise l’obbligatorietà dei dieci vaccini previsti dalla norma Lorenzin e punta a estenderla a quelli raccomandati. A Toma in particolare la richiesta di fare chiarezza sulla linea della sua giunta. E il capo dell’esecutivo lo ha fatto ieri. Presto quindi una disposizione legislativa in regione metterà ordine per quanto riguarda le vaccinazioni dei più piccoli (nidi e scuole dell’infanzia): da zero a 36 mesi la competenza sui servizi formativi è esclusiva delle Regioni, ha spiegato Fanelli durante il dibattito. Il testo, ha aggiunto il capogruppo Facciolla, è solo un segnale di direzione. «Da oggi dichiaro che ne voterò anche un altro se la maggioranza riterrà di presentare un proprio ddl ampliando o modificando il nostro, a noi interessa l’obiettivo», ha evidenziato. L’obiettivo è la tutela dei bambini e della comunità: «Un tema trasversale alle diverse posizione politiche, che guarda soltanto al benessere della comunità e alla tutela del diritto alla salute», ancora Fanelli. In tema di copertura l’Italia è fanalino di coda in Europa. A preoccupare è l’allarme morbillo con un boom di contagi nel 2017: oltre 5mila casi (4 mortali), un dato quasi sei volte superiore a quello registrato nel 2016 (843).
Dalla maggioranza Paola Matteo (Orgoglio Molise) ha rilanciato: «Sarebbe irresponsabile fare passi indietro rispetto all’obbligo vaccinale, l’Organizzazione mondiale della sanità ci dice che ogni anno si salvano 3 milioni di persone nel mondo per le vaccinazioni». Ha affrontato anche il tema dal punto di vista del sistema di istruzione, con la circolare di luglio sull’autocertificazione e l’arrivo a settembre della proroga previsto dal ‘Milleproroghe’. «C’è un serio rischio confusione. Io ritengo – ha concluso – che l’obbligo sia un vantaggio per tutti».
I 5 Stelle si sono astenuti. Primiani ha puntato il dito contro l’odg perché a suo parere è pretestuoso. «Tutti siamo d’accordo sull’obbligo. Io personalmente anche all’estensione. Ma il Pd sta strumentalizzando». Non così Andrea Greco. Il capogruppo 5S è andato giù duro. «I bambini non vaccinati entravano a scuola anche con la legge Lorenzin, cambia solo la sanzione. Non siamo stati mai contrari ai vaccini, altrimenti sarebbe il ritorno al Medioevo». Ma la coercizione dei trattamenti sanitari, che la Costituzione prevede come eccezione e solo su disposizione di legge che secondo lui si intende statale – ha proseguito – «è tipica dei regimi totalitari». E ha evocato la Germania nazista prima di annunciare l’astensione. «Siete maggioranza, invece di venire qui a fare comizi abolite le leggi che secondo voi sono liberticide», la replica di Facciolla.
«Si tratta di un problema trasversale e di coscienza. Voto sì – ha chiuso il dibattito Toma – e sarò felice di prendere l’impegno di accelerare i tempi per il varo della normativa».
Con i 5 Stelle si è astenuta Filomena Calenda, unica consigliera del Carroccio presente ieri alla seduta. Dalla maggioranza Andrea Di Lucente ha chiesto chiarezza: «I colleghi della Lega o stanno in maggioranza o vanno in minoranza a sedersi insieme ai loro alleati di governo nazionale 5 Stelle». Calenda ha respinto al mittente l’accusa: «Sono stata eletta con la Lega e a sostegno di Toma. Respingo queste accuse. Mi sono astenuta perché siamo parte di un governo (Conte, ndr) e seguo la linea politica».
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