La prima parola che viene in mente ascoltando Giuliano Testa è umiltà. E poi subito cervello e passione. Il professore che per il Time è uno dei 100 uomini più influenti del pianeta è soprattutto umile. Eppure, con una licenza strappata a chi crede, è un chirurgo che aiuta Dio a creare la vita.
Perché Giuliano Testa – emigrato negli Usa da Padova ma con radici salde a Cercemaggiore – è stato premiato dal Time per aver realizzato il primo trapianto di utero negli Stati Uniti. Così, una donna destinata a non avere figli perché nata con la sindrome di Mayer Rokitansky Küster Hauser da qualche mese ne stringe uno bellissimo e sano al petto. È stata lei a scrivere alla rivista americana: «È stato l’onore della mia vita essere una piccola parte del suo miracolo». Ha usato, appunto, la parola miracolo.
Orgoglio e commozione a Cercemaggiore. Ieri pomeriggio il Consiglio comunale ha conferito a Giuliano Testa la cittadinanza onoraria «come suggello dell’indissolubile legame con le sue radici cercesi». Con lui, la moglie Ursula e la loro bambina, suo fratello Gianluca e la moglie. Giuliano vive e lavora a Dallas, Gianluca ha da anni una realtà imprenditoriale in Romania. Famiglia di emigranti, ma il cuore è rimasto a Cerce da dove partì il nonno Angelo. E dove il chirurgo e suo fratello tornano spesso, appena possono. Hanno raccolto il testimone dal padre. Scomparso da poco, riposa nel cimitero del suo paese. La voce del professore si è incrinata ricordandolo. Un forte applauso ha sottolineato e al tempo stesso sciolto la tensione emotiva. Come un abbraccio di tutta la comunità.
La sindaca Vincenza Testa, prima dell’approvazione della delibera e della consegna delle chiavi, ha parlato proprio di umiltà. «Tutti i grandi uomini sono umili. Dei traguardi raggiunti il professore non avrebbe mai fatto parola, se non fosse stata quella mamma a parlare per lui». Il suo legame con Cercemaggiore, ha proseguito la prima cittadina, «è sempre stato stretto, soprattutto finché c’era il papà e anche da lontano non ha mai dimenticato questo borgo da dove è iniziata la storia della famiglia. Da vero cercese, è determinato e tenace e pensa all’obiettivo da raggiungere. Per noi è un onore immenso».
Durante la guerra, i nonni di Giuliano Testa furono divisi per il fronte a Cassino. «La nonna rimase qui con mio padre e le due sorelle, una famiglia in particolare li accolse e diede loro la possibilità di sopravvivere in inverno». Cercemaggiore, ha detto il chirurgo nella sala consiliare, è per lui il posto dove tornare, il posto «dove non vieni giudicato o visto diversamente da quello che realmente sei.
I titoli passano. Camminare per Cerce, vedere la casa paterna e sapere da dove si viene è qualcosa che rimane e spero di trasmetterlo a mia figlia e un domani lei ai suoi figli». È la forza che lo ha sostenuto, come il più grande insegnamento che i genitori gli hanno trasmesso: «Che il percorso è più importante del risultato». Suo nonno Angelo, il primo a emigrare, era professore. Quando tornava, andava a suonare insieme ai suoi amici. Che non erano professori, «erano persone e lui mi ha insegnato che le persone e non i titoli fanno la differenza».
Alla cerimonia ha partecipato anche il governatore Donato Toma: «Questa sera è come se le radici riconoscessero il frutto. Lei, professore, non si è mai staccato da Cercemaggiore e le sue radici danno riconoscimento ufficiale al percorso che uno dei loro frutti ha fatto. Benvenuto in Molise, regione che dovrebbe avere più ottimismo. Abbiamo un spopolamento fortissimo ma anche le risorse per invertire il trend. Ci dobbiamo credere, prendiamo questa serata – ha concluso il presidente – come iniezione di ottimismo».
In questi giorni, Giuliano Testa è stato con la famiglia a visitare Pietrabbondante e Agnone. «Guardavo i paesaggi incredibili, pensavo che qualcuno ha deciso di costruire un teatro in un posto fantastico centinaia e centinaia di anni fa. Per fare queste cose ci vuole forza, visione, costanza, passione». Lo spirito dei Sanniti, ne è convinto, «è ancora presente in questa popolazione», nel suo dna. «È venuto il momento – ha detto nell’intervista rilasciata a Teleregione per uno speciale – di riscoprire l’amor proprio sannita e di dire: usiamo le risorse nel modo giusto, rispettiamoci e smettiamola di pensare che l’America è dall’altra parte».
rita iacobucci