Nel Patto per il Molise ci sono 7 milioni per la mitigazione dell’inquinamento atmosferico attraverso tecnologie innovative.
La stesura originaria prevedeva la misura per Venafro e l’area del Consorzio industriale. La giunta Toma punta ad ampliare la sua portata a tutto il territorio regionale.
Ha deciso infatti di modificare la denominazione dell’azione eliminando la restrizione territoriale ed estendendola così a tutto il territorio regionale.
Per acquisire la strumentazione necessaria la passata amministrazione a febbraio aveva deliberato l’impiego di un milione di euro, a valle della chiusura della modifica del Patto la delibera sarà, di conseguenza, rivista.
Con lo stesso provvedimento – la delibera 383 del 6 agosto scorso – l’esecutivo guidato da Toma ha approvato un’altra proposta di modifica del masterplan presentata dallo stesso governatore e che ha una portata più ampia. Nel capitolo ‘area di crisi complessa’ del Patto ci sono 15 milioni di euro per “Pacchetti integrati bonus fiscali e contributivi per imprese”. Che però, si legge nelle motivazioni della decisione di Palazzo Vitale, «producono effetti in termini di incremento dell’occupazione nel lungo periodo», mentre la creazione di nuovi posti di lavoro è un’emergenza.
Toma, quindi, indica di utilizzare quell’azione – che vale 15 milioni e che finora non è stata ancora attivata – per “aiuti alle piccole e medie imprese per il rilancio produttivo nell’area di crisi. Strumenti analoghi ai bonus fiscali e contributivi sono stati attivati e sono disponibili a livello nazionale «e, non da ultimo, la misura nazionale ‘credito d’imposta’ per l’acquisto di beni strumentali, istituita con legge di Stabilità 2016, prevista da un’azione del Por Fesr – Fse Molise 2014-2020, con una dotazione di 8,6 milioni di euro, ad oggi, assorbita solo marginalmente dalle imprese della Regione», mentre destinare i 15 milioni del Patto agli aiuti alle Pmi «rappresenterebbe un intervento che andrebbe adessere complementare ad altri interventi attivati nell’ambito del Por in altri settori e ai contratti di sviluppo industriali».
Per diventare operativa la modifica ha bisogno dell’okay da Roma: le modifiche al Patto seguono lo stesso iter che seguì l’intesa. Sarà il governatore Toma a siglare l’accordo formale, una volta finita l’istruttoria del Dipartimento di Coesione, con la ministra del Sud Lezzi.