A qualche giorno dalla riapertura dei viadotti sul Liscione chiusi per le verifiche necessarie dopo le forti scosse di terremoto del 14 e del 16 agosto, la circolazione si è svolta ordinata e regolare.
Qualche punta di traffico più intensa dovuta al rientro dalle vacanze e ai pendolari “mordi e fuggi”. Ma davvero poca roba.
Per chi è costretto a percorrere la Bifernina quotidianamente, dirottato sulla vecchia statale 87, che presenta notevoli e pericolose imperfezioni del manto stradale (per lo più non segnalate), dopo una settimana di grossi sacrifici la viabilità è tornata quella meno tortuosa della Fondo Valle, seppur con divieti e restrizioni.
L’apertura al traffico è stata infatti subordinata al restringimento della carreggiata di 25 centimetri in alcuni punti, al divieto di transito per i mezzi pesanti con massa superiore alle 44 tonnellate, all’obbligo di mantenere la distanza di sicurezza minima di 100 metri per quelli di massa uguale o superiore alle 7,5 tonnellate, al divieto di sorpasso e al limite di 50 chilometri orari per tutte le categorie dei mezzi in transito.
La riapertura della Bifernina, soluzione attesa e accolta con favore da moltissimi molisani e da tanti utenti della strada di altre regioni che la percorrono dall’Adriatico all’entroterra (e viceversa), ha suscitato però anche qualche perplessità.
L’ex sindaco di Venafro Antonio Sorbo, per esempio, ha scritto in proposito sulla sua bacheca Facebook: «L’Italia, Paese singolare e originale. In Germania o in Inghilterra un viadotto o è sicuro o no. In Italia (Molise) un viadotto è sicuro se si rispettano le regole, se non si rispettano non è sicuro… La creatività è sempre stata una caratteristica del nostro popolo e delle nostre istituzioni!».
Quanto afferma Sorbo impone una serie di riflessioni. Un paio su tutte: perché i viadotti appena riaperti sono sicuri se i mezzi procedono a 50 chilometri orari e non lo sarebbero se procedessero a velocità più sostenuta? E perché è vietato sorpassare anche laddove il tracciato lo consente? Cosa può provocare un sorpasso alla staticità 8° vulnerabilità) di un viadotto?
Certamente il tavolo tecnico che si è riunito in Prefettura a Campobasso e al termine di una lunga riunione ha deciso la riapertura del tratto chiuso in precedenza, subordinando la stessa all’introduzione di una serie di limitazioni, avrà avuto le sue buone e documentate ragioni. Che però non sono state del tutto reso note.
Va ricordato che nella settimana in cui la Bifernina è rimasta parzialmente chiusa, sono state eseguite puntuali verifiche a tutte le campate del viadotto, mediante l’utilizzo di una piattaforma che ha consentito ai tecnici di calarsi sotto il piano stradale e constatare e valutare da vicino eventuali difformità o imperfezioni.
Il sisma e il disastroso crollo di Genova hanno acceso i riflettori sulle infrastrutture viarie molisane. Molte delle quali, almeno a giudicare da quanto noto, non se la passano bene. Per carenza di fondi, strade e ponti mancano di manutenzione ordinaria. Quella straordinaria viene eseguita quando non c’è alternativa. La viabilità secondaria, la prova è nella statale 87, non è all’altezza di poter sopperire a quella principale. La sensazione è che ci si trovi di fronte a un cane che prova ad azzannarsi la coda.
E la circostanza, manco a dirlo, ha scatenato l’ironia social di Molise Natzione.
Sulla bacheca del gruppo seguito da circa 20mila persone, il post dal titolo «+++ RIENTRO DI FINE AGOSTO: RIAPRE IL LISCIONE +++»
«Finalmente ha riaperto il viadotto del Liscione, infrastruttura che collega la Capitale con la costa molisana, non senza limitazioni per gli automobilisti che hanno fatto molto discutere, forse perché prive di una spiegazione a corredo. Proviamo qui a riassumere brevemente interpretando al meglio, per quanto nelle nostre possibilità di Governo centrale natzionale:
– LA VELOCITÀ CHE NON DEVE SUPERARE I 50 KM/H. Non avendo diretta relazione con rischio sismico o di crollo, riteniamo che l’intenzione del legislatore sia di aumentare la suspance degli automobilisti che affrontano il passaggio sul viadotto.
– IL DIVIETO ASSOLUTO DI SORPASSO. Serve a ripartire equamente tra tutti gli automobilisti la percentuale di possibili problemi, minimizzando i rischi pro-capite in caso di tragedia o evento sismico. In breve, non hai possibilità di ridurre la tua permanenza sul ponte correndo, devi soffrire come tutti.
– IL DIVIETO DI TRANSITO AI MEZZI DI MASSA SUPERIORE ALLE 44 TONNELLATE. Qui nutriamo qualche grossa perplessità. Fonti attendibili ci dicono che probabilmente si parlava di 4,4 tonnellate e che solo un errore delle agenzie di stampa ha trasformato in 44 (che è il peso massimo degli autotreni, i veicoli più grandi che circolano sulle nostre strade).
– IL DISTANZIAMENTO OBBLIGATORIO A 100 METRI PER I VEICOLI DI MASSA UGUALE O SUPERIORE A 7,5 TONNELLATE. Secondo il principio del “và tu annanz, se regge ti seguo”, e il terrore aumenta vertiginosamente.
A margine però, preme dare qualche utile consiglio agli automobilisti anche da parte del nostro esecutivo, per un più avvincente viaggio esperienziale:
– Evitare di mettersi in viaggio senza almeno una ‘mbosta con la frittata. La paura potrebbe farvi venire fame.
– Eventuale vino, rigorosamente con le pesche, che è ancora estate.
– Soste ristoro prima e dopo il ponte: consentite solo con salsicce e soppressate dell’anno corrente (2018). Annate precedenti potrebbero portare allucinazioni.
– Si ricorda infine che le forze di polizia presenti, a scopo di prevenzione, potranno effettuare alcool test agli automobilisti (es. camminare sulla linea continua, su un piede solo, un braccio alzato di 45° e un occhio chiuso. Prove più difficoltose, su linea tratteggiata discontinua, previste per gli automobilisti più indisciplinati).
La Natzione infine, in assenza di operato da parte dei parlamentari eletti sul territorio che non si sono mossi neanche con un’interrogazione, un’interpellanza, anche solo una semplice lettera o cartolina, sta provvedendo a richiedere personalmente, nel ruolo di unico organo legislativo-esecutivo-giudiziario sul territorio, apposita istanza alle autorità per realizzare un Autogrill, un punto ristoro, anche solo una taverna all’ingresso e all’uscita del viadotto per festeggiare il riuscito passaggio e ammortizzare l’ansia a tavola.
Lo ha detto stampa
Molise Natzione»
La situazione sul viadotto “liscione” penso sia analoga a quella di tutti gli altri viadotti della Bifernina e d’Italia. Tutti i viadotti entrano in vibrazione con il passaggio soprattutto dei mezzi pesanti. Un susseguirsi di tali mezzi “potrebbe” innescare un’onda di oscillazione più elevata. Questo spiega il distanziamento fra i mezzi pesanti. Limitare a 50 Km/h le autobobili ed impedire il sorpasso mi pare un pò esagerato, si poteva protendere per un limite almeno di 70 Km/h. Sono comunque valutazioni di un profano. Ill viadotto sul lago è quello che ci fa più paura ma le sue caratteristiche, come dicevo, non sono dissimili dagli altri viadotti, dove però si può transitare senda particolari limitazioni.