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Computer, internet, posta elettronica, nuove tecnologie. Pare che per i dipendenti del Comune di Termoli siano strumenti fuori portata, forse perché troppo affezionati a lettere, fax e vecchie scartoffie. Per questo motivo, l'amministrazione Di Brino ha deciso di spendere 20mila euro di soldi pubblici per riqualificare il personale, addestrandolo alle nueve tecnologie e al linguaggio del web, compresi social network quali Facebook e Twitter. Una scelta finita nell'occhio del ciclone, contestata da più parti (la minoranza ha addirittura presentato una richiesta di convocazione urgente della prima commissione) ed etichettata come 'spreco di denaro pubblico' perfino da un noto giornale nazione (il 'Fatto Quotidiano').

Il sindaco Di Brino però si difende: "L'obiettivo è aprire il Comune ai cittadini e ai giovani. L'amministrazione dovrà essere più trasparente e dovrà favorire una partecipazione più attiva della comunità. E per farlo dovrà utilizzare al meglio le nuove tecnologie e i nuovi strumenti della rete. Dovrà essere al passo con i tempi e guardare al futuro. Per questo abbiamo scelto non di attivare una consulenza, ma di formare con un corso ad hoc i dirigenti, i funzionari, ma anche gli assessori, i consiglieri di maggioranza e di minoranza se vorranno. Era il decimo punto del "Patto per Termoli": un Comune 2.0. E questa è la strada giusta per realizzarlo".

In tarda mattinata, però, arriva la doccia fredda. La società a cui era stato affidato l'incarico di curare la formazione ha deciso di rinunciare, pur ribadendo l'importanza dell'iniziativa – che avrebbe potuto offrire canali di ascolto e confronto con i cittadini, rendere meno burocratico il rapporto fra le persone e gli uffici amministrativi, smaterializzare i contenuti cartacei, eliminando le code, facendo così guadagnare tempo e risorse a tutti.

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