Non più di qualche settimana fa una di quelle onduline di alluminio che delimitano l’area d’intervento del Contratto di quartiere è venuta giù con una folata di vento rischiando di investire i bambini che a quell’ora, erano più o meno le 8, passavano sul marciapiede di via Friuli Venezia Giulia per raggiungere la scuola Jovine. Sono dovuti intervenire i vigili urbani e i tecnici del Comune per transennare l’area e mettere in sicurezza quella recinzione che ormai, dopo anni, è diventata parte integrante della zona. E non è l’unico esempio di lavoro lasciato a metà. Molte opere sono state iniziate quando Gino di Bartolomeo non era ancora sindaco, altre invece si trascinano da tanto di quel tempo che a fatica si ricorda la data di inizio. Ma quelle ‘‘eterne incompiute’ sono comunque sotto gli occhi di tutti e a distanza di anni sono diventate una pericolosa spada di Damocle per gli amministratori che devono fare i conti con oneri aggiuntivi e lamentele sempre più pressanti. Nell’elenco delle strutture che attendono di essere completate ci sono anche alcuni ‘‘classici’: come le villette di San Giovanni dei Gelsi che rientrano nel contratto di quartiere, strutture che nonostante l’impegno del primo cittadino, i viaggi a Roma e l’ulteriore finanziamento ottenuto dal Ministero, giacciono ancora in condizioni di inutilizzabilità, per una serie di motivazioni giudiziarie, e non, che comunque non cambiano la sostanza delle cose. Nella lista nera anche il Comando dei Vigili Urbani (la cui ristrutturazione è iniziata più di recente), le case popolari, il mercato rionale, la struttura delle attività sociali. Opere incompiute che si concentrano (soprattutto) in una ristretta area che è quella di San Giovanni dei Gelsi, quartiere che cerca un riscatto e dove, grazie ad un comitato organizzato ed efficiente e alla volontà di tanti ragazzi che credono nelle potenzialità della zona, sono stati recentemente messi a segno piccoli-grandi interventi ma che hanno saputo restituire dignità ad opere che altrimenti sarebbero rimaste inutilizzate:il campetto di via Marche ne è un esempio. “E le altre opere – dicono i residenti – per quanto tempo ancora dovranno rimanere in queste condizioni?”.

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