Si è riunito a Roma il pool di avvocati che curerà il ricorso al Consiglio di Stato che il centrodestra presenterà in merito all'annullamento delle elezioni regionali. Si lavora in équipe, perché la partita è quella della vita. Su due dei tre punti con cui il collegio di via San Giovanni ha motivato l’annullamento il centrodestra confida abbastanza. Li ritiene, insomma, smontabili. Innanzitutto l’irregolarità contestata all’Udc, il fatto che le firme siano state apposte su fogli A4 spillati e non su quelli A3. “C’è una presunzione sul fatto, non è assolutamente sicuro che quando il cittadino ha firmato lo ha fatto avendo la lista davanti. Ma è, appunto, solo una presunzione" – afferma il coordinatore regionale dell’Adc Riccardo Tamburro . "E poi il vizio sull’autentica dell’accettazione di candidatura da parte di Nico Romagnuolo: un errore, grossolano ed evidente, per quello che è. Solo un errore che non mette in alcun modo in dubbio che Romagnuolo volesse partecipare alla competizione tra le fila di Progetto Molise”. “Però non è vero – prosegue Tamburro – che siamo nella stessa situazione del 2001. Allora le elezioni vennero annullate perché le firme erano false. Adesso sono state tolte dal computo perché irregolari, ma ritengo che si tratta di irregolarità sanabili”. Per proporre appello i consiglieri regionali hanno tempo fino al 27 giugno. “Ma entro questa settimana lo depositeremo”, conclude Tamburro.