Ormai non la si aspetta nemmeno più: la nomina del commissario della sanità molisana probabilmente arriverà dopo che una norma – uguale per Toma, per De Luca e Zingaretti – avrà sancito l’incompatibilità fra la carica di presidente della Regione e quella di commissario ad acta per la gestione del piano di rientro dal debito sanitario.
Questa è l’intenzione del Movimento 5 Stelle, confermata da fonti parlamentari in queste ore. La ministra Giulia Grillo resta ferma sulla sua posizione: il governatore non può essere pure commissario. Dopo aver provato a convincere il presidente del Molise (regione senza commissario di fatto dal 22 aprile), senza esserci riuscita perché Toma tiene il punto e rivendica la nomina per sé come è stato in passato, i ‘gialli’ del governo gialloverde provano a sancire con legge la regola. Vogliono evitare l’impressione di punire il Molise e il suo presidente: «Non c’è una guerra contro Toma». Semmai, in effetti, la battaglia di Di Maio è contro lo sceriffo dem che guida la Campania De Luca.
L’incompatibilità potrebbe trovare spazio nella manovra finanziaria in arrivo o anche costituire l’oggetto di un decreto ad hoc: in questo caso i tempi stimati sono rapidi. Ci sarebbe poi bisogno di convertirlo in legge, ma sarebbe immediatamente esecutivo. Le conseguenze? I presidenti-commissari decadrebbero subito dal secondo incarico. In quelle Regioni, e poi finalmente in Molise, a quel punto sarebbero nominati tecnici ministeriali blindati da una copertura legislativa.
Non si esclude, però, che la Conferenza delle Regioni vada oltre il documento unanime con cui ha appoggiato Toma qualche mese fa e innalzi il livello di confronto (e scontro) col governo. E la Lega? Sarà d’accordo con questa impostazione? La risposta non lascerà la maggioranza di Palazzo D’Aimmo indifferente. I 5 Stelle intanto accelerano.
Non solo. Cittadinanzattiva e Comitato Pro Cardarelli riattivano il pressing per la nomina di un commissario esterno. «Ne prendo atto – il commento del governatore Donato Toma – Ma chi ostacola la mia nomina poi di questa posizione e delle conseguenze dovrà assumersi la responsabilità morale di fronte ai molisani».
Cinque mesi senza la figura di vertice della sanità sono tanti, troppi. Se la situazione avesse riguardato altre regioni, si dice da più parti, sarebbe successo il finimondo. Invece, così non è.
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Cittadinanzattiva e Pro Cardarelli spingono per un tecnico esterno
Cittadinanzattiva Molise, che spesso interviene sui temi sanitari della regione, sollecita il ministro Grillo a «nominare subito il commissario ad acta per la sanità molisana».
In una nota Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva, ricorda che «a distanza di cinque mesi dalle regionali il Molise non ha ancora un nuovo commissario ad acta; la mancata nomina – afferma Aceti – sta creando una paralisi amministrativa che si riflette sull’adozione di provvedimenti essenziali per il diritto alla salute delle persone e per la riorganizzazione del Servizio sanitario regionale. In Molise, infatti, è in pieno atto la riorganizzazione del servizio sanitario con diverse problematiche ancora da risolvere, quali – ad esempio – le liste di attesa, la carenza cronica di personale sanitario, il trasporto per l’emergenza e in particolare l’elisoccorso h24, la riorganizzazione delle reti di emergenza-urgenza e tempo-dipendenti, la riorganizzazione dei servizi ospedalieri, la costruzione della rete di servizi socio-sanitari territoriali per le fragilità».
Nomina non più rinviabile, dunque, e nel merito Cittadinanzattiva la pensa come la ministra e come i 5 Stelle: «Per quanto ci riguarda non può essere l’attuale presidente della Regione. Il nuovo commissario deve avere competenza ed esperienza certificate rispetto al servizio sanitario nazionale, deve avere a cuore i diritti dei cittadini e il servizio sanitario pubblico, deve saper e poter prendere decisioni basate solo e unicamente sulle evidenze e sui reali bisogni dei cittadini, avendo le mani slegate da logiche di politiche e interessi locali campanilistici. Deve essere attento e aperto al confronto con tutti gli attori a partire dai cittadini e, infine, deve sapere render conto delle scelte soprattutto alle comunità locali», conclude Aceti.
Senza commissario, arriva a dar manforte la nota del Comitato Pro Cardarelli, il sistema sanitario è prossimo al collasso. «Le disfunzioni e carenze in materia di patologie tempo-dipendenti, di riorganizzazione territoriale e di decentramento sanitario, la persistente mancanza di reti per patologie (parzialmente redatte ma non ancora autorizzate), la drammatica carenza di personale, la redistribuzione delle risorse sbilanciata in favore del privato, la frammentaria applicazione dei Lea, mettono quotidianamente in pericolo la salute – osserva il Comitato – e, talora, la vita stessa degli abitanti di questa regione».
Anche per il Pro Cardarelli la figura del commissario va tenuta distinta da quella del presidente della Regione perché se il commissariamento è disposto per le inadempienze della politica locale è inopportuno «affidare il risanamento sanitario proprio agli organi politici responsabili delle riscontrate inadempienze». Il profilo? Una «figura al di sopra delle parti, in possesso di riconosciute competenze e capacità gestionali nello specifico settore, che possa garantire un esercizio delle sue delicate funzioni di tutela della sanità pubblica di qualità, scevro da condizionamenti di sorta e al riparo da ogni interferenza della Regione commissariata».
Ma non doveva venire in Molise, il ministro della sanità? Che pagliacci ci sono, in Italia??