«Alessio Di Bernardo è innocente. E lo proveremo». Lo sottolinea a chiare lettere a Primo Piano Molise la legale del carabiniere scelto imputato nel processo bis per la morte di Stefano Cucchi. Ma Antonella De Benedictis va anche oltre. Mentre studia la linea difensiva da tenere in vista della prossima udienza dopo che l’altroieri si è registrato il clamoroso colpo di scena, l’avvocata del militare di Sesto Campano lamenta: «Ci troviamo ormai di fronte ad una condanna mediatica – ingiusta perché illegittima – per cui sembra che Di Bernardo è sicuramente uno dei colpevoli… Ma non è assolutamente così. In uno Stato di diritto, nel quale spero ancora di vivere, i giudici terzi ed imparziali sono gli unici ad avere facoltà di emettere sentenze».
Il riferimento della De Benedictis non è casuale. Proprio ieri mattina, infatti, alla madre del carabiniere accusato (insieme ad altri) del pestaggio del giovane geometra romano morto poi all’ospedale Pertini dopo una settimana di sofferenze sono arrivate telefonate minatorie. Minacce che la famiglia ha regolarmente denunciato ieri stesso presso la cittadella militare di Venafro. Dunque, la legale parla di « condanna mediatica» che ha creato «un clima insostenibile di astio verso il mio assistito che è smarrito e sconvolto ancor più dopo le dichiarazioni di un ex collega e amico (il riferimento è al vicebrigadiere Francesco Tedesco, ndr)».
Alessio Di Bernardo si dichiara innocente. «Si sente di poter camminare a testa alta – riferisce l’avvocata – e di poter dimostrare la propria innocenza».
Il 39enne carabiniere scelto – all’epoca dei fatti 30enne – è stato sospeso nel febbraio 2017 quando prestava servizio a Cassino. Attualmente è anche sottoposto ad un procedimento disciplinare interno.
Insomma, una situazione delicatissima. Antonella De Benedictis, chiaramente pur non svelando le future mosse processuali che ha in serbo, non è tenera nei confronti dell’accusatore, il vicebrigadiere Tedesco, collega di Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro, che ha dichiarato di aver provato a fermare i due quando, a suo dire, si resero protagonisti del pestaggio. Accuse che l’altroieri e ieri hanno monopolizzato l’attenzione dei mass media. Una «condanna mediatica ancor più paradossale se consideriamo che il proclama di colpevolezza nasce dalle dichiarazioni che ha reso un soggetto accusato dello stesso reato nello stesso processo». Quel Tedesco che, sottolinea la legale di Di Bernardo, «per quasi 10 anni ha reso dichiarazioni difformi».
Insomma, la battaglia per dimostrare l’innocenza del carabiniere sestolese è solo all’inizio. La prossima udienza è stata fissata per il 24 ottobre quando si potrebbero verificare nuovi colpi di scena.
«In ogni caso – aggiunge ancora la De Benedictis – ci si dimentica che c’è già un incidente probatorio con una perizia medica nella quale si sostiene che dal presunto pestaggio e dalle lesioni riportate (e “certificate” dalla Cassazione, ndr) da Cucchi non sarebbe scaturita la morte».
Comunque, ci tiene a rimarcarlo l’avvocata, «nessuna sentenza di condanna è stata emessa. Mi oppongo fortemente al fatto che una persona possa essere ritenuta colpevole prima della decisione del giudice».
Intanto, anche ieri sono giunte novità. Altri due carabinieri – tra cui il comandante della stazione Tor Sapienza – sono stati infatti indagati per la presunta falsificazione degli atti “denunciata” da Tedesco.
Ric. P.

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