Le imprese edili che si occupano della ricostruzione post sisma 2002 stanno subendo gravi ritardi nei pagamenti. Infatti, lancia ancora una volta l’allarme l’Acem, molte sono sull’orlo del fallimento.
Il ministero dell’Economia e delle Finanze ha trasferito a fine settembre 27 milioni di euro per gli interventi di ricostruzione e l’Acem ha chiesto che la somma fosse interamente trasferita all’Agenzia regionale post sisma per evitare che la Regione riprendesse i 13,8 milioni anticipati, poiché il «pagamento della restante somma – ha affermato l’associazione dei costruttori edili -, coprirebbe a malapena tre mesi di arretrato accumulato su 18 di ritardo complessivo rispetto alle istruttorie, ritardo che se rapportato al momento di realizzazione dei lavori giunge fino a due anni».
L’Acem ha, inoltre, intimato a tutti gli enti con una nota via Pec che in assenza di riscontri avrebbero avviato le iniziative necessarie. Ebbene, dopo la riunione della settimana scorsa a Colletorto, sempre sul ritardo nei pagamenti dei lavori pubblici e delle opere della ricostruzione post sisma, le imprese edili hanno sottoscritto un documento nel quale hanno annunciato l’avvio di azioni legali per il recupero dei crediti non riscossi, degli interessi maturati e per la eventuale sospensione dei lavori.
Nelle premesse del documento si legge che «è in atto una vera emergenza sociale, con le imprese ormai sul lastrico, impossibilitate ad onorare gli impegni con i fornitori, i contraenti della filiera ed i dipendenti, prive ormai della liquidità necessaria e prossime al collasso».
Il presidente dell’associazione Corrado Di Niro ha dichiarato: «Professionisti specializzati per il recupero dei crediti maturati e per l’avvio delle azioni annunciate sono a disposizione degli associati presso gli uffici dell’associazione. L’Acem ha a cuore la situazione delle imprese e mette a disposizione come sempre gli strumenti per agire».

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