Il Capo dello Stato Mattarella ieri ha firmato il decreto fiscale, si attende ora solo la sua pubblicazione in Gazzetta ufficiale.
Spedito da Palazzo Chigi al Quirinale dopo la modifica necessaria per siglare la pace fra Di Maio e Salvini, taglia il traguardo dell’ufficialità prima del decreto Semplificazione. Quello che ripristina l’incompatibilità fra la carica di presidente della Regione e l’incarico di commissario della sanità.
«Cercasi testo del decreto omnibus con (anche) le misure su Rc auto», scriveva ieri Il Sole 24 Ore. aggiungendo che «è scomparso dai radar. È quello denominato “Semplificazione”. Come la prima versione del decreto fiscale, anche questo provvedimento ha ottenuto il via libera del Consiglio dei ministri il 15 ottobre, ma ancora non è stato bollinato dalla Ragioneria».
C’è poco da stare allegri dunque? Alla sua pubblicazione in Gazzetta, infatti, scatterà la seconda fase del pressing dei 5 Stelle sul Mef, che per portare in Cdm la nomina dei commissari di Molise e Calabria pare stia aspettando proprio l’operatività del divieto per i presidenti di essere nominati responsabili dei piani di rientro.
Il vicepremier Di Maio ha chiarito ieri che il decreto Semplificazione è stato ‘chiuso’ a Palazzo Chigi lunedì sera. Era stato approvato con la formula “salvo intese”: rivedibile fino alla firma da parte del premier. Quindi, forse è stato spedito ieri a Mattarella o lo sarà oggi.
Quanto al fatto che l’incompatibilità sia rimasta nel testo, il deputato Federico dichiara di non avere motivi per credere che non ci sia.