Dopo l’annuncio della chiusura in Molise di 7 uffici postali e della riduzione degli orari per altri 37, il Segretario della Cisl Poste Antonio D’Alessandro invita le amministrazioni comunali a fare rete e a difendere le esigenze dei propri cittadini. “Non abbiamo ancora il progetto in dettaglio, ma temiamo che, pur agendo nel rispetto delle norme che disciplinano il servizio minimo, non si tiene conto della morfologia territoriale” – spiega D’Alessandro. “La legge impone – continua Antonio D’Alessandro – di assicurare almeno un ufficio postale nel 96% dei Comuni, con una possibilità di accesso all’ufficio postale entro la distanza massima di 3 chilometri dal luogo di residenza per il 75% della popolazione; di 5 chilometri per il 92% e di 6 chilometri per il 97,5%. Il nostro territorio, in particolare quello disagiato, presenta comuni che si allargano su frazioni anche distanti, prive o con scarsi mezzi di collegamento con le sedi comunali”. “Eppure si prosegue in una progressiva riduzione del servizio postale, e il management continua a sostenere che esistono tanti uffici improduttivi. Questo avviene in modo unilaterale, e contro il parere di molti sindaci che presi singolarmente sono un po’ sprovveduti, pertanto è necessario che anche le amministrazioni comunali iniziano a fare rete”.
“Al contempo, l’azienda Poste Italiane S.p.A. – conclude Antonio D’Alessandro – intende procedere con un ulteriore taglio di zone sul recapito, una riorganizzazione della logistica che porterebbe sul territorio nazionale a un esubero di circa 10mila lavoratori. Il tutto mentre i lavoratori espulsi da Poste Italiane negli ultimi anni, concordando un incentivo individuale, si sono visti cambiare bruscamente i criteri per il pensionamento: fanno cioè parte della triste schiera degli esodati a cui Poste Italiane non intende per ora dare risposte, mentre il governo, minimizzando il fenomeno, si rifiuta di stanziare le risorse necessarie o di studiare forme alternative di sostegno al reddito”.