“Ho venduto degli oggetti in oro che avevamo in famiglia, per lo più regali di comunione dei miei figli. Di recente, io e mia moglie, siamo stati costretti ad impegnarci anche le fedi nuziali pur di avere qualche soldo per tirare avanti”. Così un operaio della Solagrotal racconta il dramma che sta vivendo in questi mesi. La crisi dell’azienda sta causando un notevole danno al sistema economico matesino, ma soprattutto sta mettendo sul lastrico numerose famiglie bojanesi e non, che non sanno più come far fronte ai pagamenti. Operai che si sono indebitati fino al collo e che addirittura sono stati costretti a svendere beni e oggetti che per loro avevano un valore affettivo, pur di racimolare un po’ di denaro per avere una boccata di ossigeno per l’economia della famiglia e far fronte al pagamento di qualche debito. Maestranze che si trovano con mutui sulle spalle, sfratti esecutivi, distacco del gas per insolvenza delle bollette, con morosità per acqua e altri tributi, con la tassa sul bollo auto da qualche anno non versata, con figli costretti ad interrompere gli studi universitari, con familiari bisognosi di cure e visite specialistiche che devono essere rinviate per mancanza di denaro. Un quadro sociale piuttosto tragico che sta portando all’esasperazione le famiglie e che da un momento all’altro potrebbe scoppiare in tutta la sua gravità. “I negozi non mi fanno più credito – ha raccontato un operaio -, quando 18 anni fa vivemmo l’altra esperienza del fallimento della vecchia Sam c’erano ancora i miei genitori che con la loro pensione comunque mi aiutarono a superare quel brutto momento, oggi che non ci sono più mi trovo in grande difficoltà”.