Nel consueto susseguirsi di riunioni e voci che precede il rinnovo della cassa integrazione per la Gam di Bojano, una cosa è certa. Martedì e mercoledì, quando i 30 lavoratori che erano addetti all’incubatoio incontreranno i rappresentanti del gruppo Amadori per i colloqui finalizzati all’assunzione, lo faranno senza paracadute.
L’anno di Cigs in corso scade il 5 novembre e i tempi e le procedure sono tali che il rinnovo non potrà che essere decretato dopo quella data. Se lo sarà.
Nessun intento da menagramo, ma stavolta la situazione sembra davvero più complicata degli altri anni. Dal comitato di vigilanza del Mise sulle cooperative in liquidazione è arrivato, infatti, il no alla proposta di rinnovo del contratto di fitto fra Gam e Solagrital. Il contratto era stato risolto a luglio e la Gam è una società in concordato preventivo. Queste due società esistono solo sulla carta, in realtà sono simulacri: la forma serve solo ad allungare i tempi del sostegno al reddito per i 262 addetti fino alla tanto agognata ripresa produttiva che sconta un ritardo oggettivamente colossale. E così, Stato e Regione continuano a stanziare fondi pubblici per la filiera avicola molisana, nonostante i suoi asset siano stati venduti ormai due anni fa al secondo player italiano del settore.
Difficile ricostruire perché il Mise ha detto no alla proroga del contratto. Ma il niet giunto da Roma è una spada di Damocle pesante. Senza rinnovo, la Gam il 5 novembre dovrebbe riconsegnare i dipendenti a Solagrital. Quindi sarebbero in mezzo a una strada. Ieri pomeriggio, il governatore Toma ha incontrato l’amministratore unico di Gam Berchicci e il collegio sindacale. La richiesta al liquidatore di Solagrital Tacchilei è stata reiterata. Però adesso bisogna aspettare la risposta. Nel pomeriggio a Palazzo Vitale un incontro urgente coi sindacati.

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