Stamane, dalle ore 10 alle ore 12, il centro di ascolto mobbing e stalking della Uil Molise, in collaborazione con la Cgil Molise e l’associazione Liberaluna onlus, terrà un presidio in piazza Vittorio Emanuele II a Campobasso per chiedere il ritiro del disegno di legge numero 735 d’iniziativa del senatore leghista Pillon, concernente l’affido condiviso dei figli ed il loro mantenimento. Presentato lo scorso 1° agosto, il ddl introduce la “bigenitorialità perfetta”: in caso di separazione di una coppia, il mantenimento dei figli, il loro affido e di conseguenza i costi e il tempo passato con loro, devono essere equamente divisi tra padre e madre.
«Il testo del disegno di legge – spiegano in una nota le associazioni promotrici – apporta modifiche all’impianto già esistente in materia, in quanto incide pesantemente sulla vita dei minori, mette a rischio le donne che vogliono uscire da relazioni violente, incrementa il conflitto fra i coniugi, allunga i tempi di separazione, non considera le disparità economiche ancora presenti tra i generi in Italia e costituisce una pesante ingerenza dello Stato nelle scelte di vita delle persone. Un disegno di legge che, come dichiara la stessa Onu, “introdurrebbe disposizioni che potrebbero comportare una grave regressione, alimentando la disuguaglianza e la discriminazione basate sul genere e privando le vittime di violenza domestica di importanti protezioni”».
Il ‘no’ convinto e condiviso dalle associazioni promotrici riguarda infatti vari aspetti:
«No alla mediazione obbligatoria e a pagamento, vietata peraltro dalla Convenzione di Istanbul nei casi di violenza domestica. Inoltre la mediazione essendo a pagamento e senza possibilità di beneficiare del gratuito patrocinio, diventerebbe una spesa onerosa per i genitori meno abbienti.
No ai tempi paritari e alla doppia domiciliazione del minore che dovrà dividersi tra la casa del padre e della madre per un numero di giorni stabilito dal tribunale che siano almeno 12 al mese, non tenendo conto dell’interesse e dell’età del minore stesso.
No al mantenimento diretto, in pratica niente assegno di mantenimento di un genitore all’altro. Nonostante nella maggior parte dei casi siano le donne quelle che economicamente sono più precarie, ogni genitore contribuirà al sostentamento economico del minore al 50%.
No al piano genitoriale, in cui si stabilisce cosa il figlio o la figlia debbano fare, che scuole frequentare, che sport praticare. Il tutto senza nessuna considerazione delle attitudini, opinioni ed esigenze del minore, il cui ascolto non è assolutamente previsto dalla norma.
No al coordinatore genitoriale, una figura che nei casi di elevati conflitti tra i genitori assume poteri decisionali. Non vi è alcuna disposizione che preveda il vaglio delle decisioni assunte dal coordinatore né la rispondenza delle stesse al preminente interesse del minore. Non è prevista nessuna norma che assicuri la terzietà e l’imparzialità del coordinatore né il possesso di specifiche competenze.
No al concetto di alienazione parentale, una teoria priva di fondamenti scientifici che dice che il bambino o la bambina rifiuterebbero di vedere il padre non perché, per vari motivi, non vogliano incontrarlo, ma perché la madre li avrebbe manipolati per evitare che abbiano rapporti con il padre. In sostanza se il minore rifiuta il genitore è a rischio la responsabilità genitoriale dell’altro genitore. Non si tiene conto che il rifiuto potrebbe essere causato da violenze e maltrattamenti.
È una riforma ideologica – aggiungono – schierata a difesa del genitore più forte economicamente e quindi iniqua e ingiusta che ignora l’interesse dei minori, divisi per legge in due, come se la loro identità e i loro bisogni non esistessero o fossero comunque per tutti uguali. È inoltre destinata ad aumentare la conflittualità tra le coppie che si vogliono separare e che si riflette sui minori. Per famiglia intende solo quella formata da padre e madre, cancellando così le famiglie omogenitoriali e i loro figli.
Con falso egualitarismo nasconde l’impostazione classista e sessista e finge che l’affido condiviso non sia già oggi la forma più diffusa nelle separazioni.
La questione è rilevante! E tocca in primis i diritti dei minori, maggiormente colpiti dalle nuove previsioni normative.
Per questi motivi – concludono – invitiamo i cittadini e tutte le categorie a partecipare alla manifestazione, inviando i propri rappresentanti. Non soltanto le responsabili delle Pari Opportunità, ma le donne e, soprattutto gli uomini che si oppongono ad un arretramento dei diritti civili nel nostro Paese».

Amura: «Se l’intento è scoraggiare le coppie a separarsi questa proposta coglie nel segno»

«In ordine al ddl in questione, a una prima disamina, si formulano le seguenti osservazioni:
– Il nuovo impianto renderebbe oltremodo farraginosa la procedura di separazione-divorzio, tanto da ulteriormente scoraggiare i soggetti più deboli. Inoltre la tempistica prevista per i vari adempimenti appare fantascientifica e irreale, alla luce della clausola di invarianza di cui all’articolo 24, quindi con le risorse finanziarie e umane della Giustizia notoriamente insufficienti;
– Istituto della mediazione familiare – è indubbio che nei casi di conflitto fra i coniugi il ricorso ad un mediatore familiare, è utile al fine di giungere a comportamenti ed accordi non lesivi dell’interesse, anche psicologico, dei minori. In occasione di corsi di formazione sono stati illustrati i benefici della mediazione nei casi di separazioni problematiche. Tuttavia, la previsione del ddl che pone a carico dei coniugi i costi della mediazione e/o della coordinazione genitoriale, nonché i maggiori oneri legali, dovuti alla prevista presenza obbligatoria dei legali al primo incontro con il mediatore e alla sottoscrizione del piano genitoriale, rende maggiormente onerosa la spesa per la separazione, per cui il coniuge più debole economicamente/psicologicamente, potrebbe ulteriormente desistere dall’assumere tale decisione;
Affido condiviso e doppio domicilio – non può essere accettato che sia il figlio a trasferirsi dall’uno o dall’altro genitore; la lettera della norma sembra tuttavia riferita alla destinazione delle informative scolastiche, sanitarie, ecc. a entrambi i genitori. Laddove fa riferimento ai pernottamenti e, comunque, anche negli interventi sui media, pare che il legislatore voglia far apparire il doppio domicilio, come doppia casa, in una visione positiva. la tesi non può essere condivisa. Il minore deve avere un punto di riferimento preciso e non può essere obbligato a fare il pendolare;
Abrogazione della norma che attribuisce l’addebito della separazione – equivale a una deresponsabilizzazione di ciascun coniuge nell’ambito dei rapporti matrimoniali.
Abrogazione articolo 570 bis – tale previsione non è accettabile dal momento che, pur se in via residuale, il giudice può stabilire il versamento dell’assegno di mantenimento in alcuni casi. L’abrogazione della norma che riconosce come reato il mancato adempimento degli obblighi, comporterebbe l’aumento dei casi di inadempimento; inoltre si può verificare anche il mancato adempimento del piano genitoriale con riferimento alla ripartizione delle spese;
Piano genitoriale – viene richiesta una previsione troppo capillare della vita del minore; inoltre la ripartizione delle spese per capitoli comporterà ulteriori conflitti fra i genitori, poiché ciascuno sarebbe libero di interpretare le esigenze del minore per l’ambito di spesa a suo carico;
Intervento degli ascendenti nel procedimento – non dovrebbe essere consentito l’intervento degli ascendenti nel procedimento di separazione, poiché sarebbe un’incursione nel nucleo familiare È sufficiente la norma che assicura il diritto del minore a mantenere i rapporti parentali;
Pagamento canone di locazione a prezzi correnti – solo se il genitore non proprietario che resta nell’abitazione ha un proprio reddito, dedotta la parte del canone riferita ai figli, e solo se l’altro coniuge paga a sua volta un canone/non possiede altri immobili;
Attribuzione all’autorità di pubblica sicurezza del compito di “immediata” riconduzione del minore alla sua residenza qualora venga allontanato senza autorizzazione – occorre meglio disciplinare la fattispecie per evitare scene violente di agenti di polizia che trascinano via minori, cui spesso abbiamo assistito;
Cessazione dell’obbligo di mantenimento dei figli al 25esimo anno – con l’attuale situazione occupazionale la norma è troppo restrittiva.
Se l’intento è quello di scoraggiare le coppie a separarsi, questo ddl coglie nel segno».

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