Un balzo di ben 15 gradini: dall’80esimo posto del 2017 al 65esimo del 2018. È la posizione occupata da Campobasso nella classifica sulla qualità della vita stilata da Italia Oggi, in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma, che ha preso in esame le 110 province italiane. La valutazione si basa su nove elementi: affari e lavoro, ambiente, criminalità, disagio sociale e personale, popolazione, servizi finanziari e scolastici, sistema salute, tempo libero e tenore di vita, con 21 sotto dimensioni e 84 indicatori di base. Certo, non la situazione non è ancora rassicurante: nella classifica finale la qualità della vita del capoluogo è definita “scarsa”, ma il passo in avanti rispetto a 12 mesi fa è notevole. Analizzando le nove categorie, Campobasso è al 63esimo posto per ‘Affari e Lavoro’ (5 posizioni in più rispetto al 2017), 47esima nella categoria ‘Ambiente’ (più 18). Buon piazzamento per quanto riguarda il tasso di criminalità: la provincia di Campobasso è al 36esimo posto, confermandosi tra le zone più sicure dello Stivale. Nella provincia, secondo Italia Oggi, si avverte poco il disagio sociale (Campobasso è 38esima), mentre per quanto riguarda il ‘Sistema Salute’ il capoluogo è tra le prime 10 d’Italia (sul settimo gradino). Male, invece, le categorie ‘Popolazione’, ‘Tempo Libero’ e ‘Tenore di vita’; la provincia è rispettivamente al 78esimo, al 93esimo e al 99esimo posto. Infine, per i ‘Servizi Finanziari’ si piazza a metà classifica(62esima posizione).
In generale, Bolzano si conferma la provincia dove si vive meglio in Italia, seguita da Trento e Belluno. Il Nordest in generale ottiene un giudizio positivo. E se Roma è la località che registra il peggioramento più marcato, anche Firenze scivola all’indietro (dal 37° al 54° posto). Arretra pure Venezia. Risale invece, unica tra le grandi città, Milano, che passa dal 57° al 55° posto. Senza variazioni rispetto allo scorso anno Napoli (in terzultima posizione) e Palermo (al 106° posto). Fanalino di coda Vibo Valentia.
Nel 2018 si conferma che sfuma sempre più il contrasto Nord-Sud in termini di buona qualità di vita legata al benessere economico, che si acuisce il divario fra piccoli centri (in cui si vive meglio) e grandi centri urbani, in cui la vita è invece sempre un po’ più difficoltosa.

Meno lavoro e più disagio sociale: peggiora la qualità della vita per gli isernini. Il capoluogo pentro ‘scivola’ al 76esimo della classifica di Italia Oggi

Il lavoro che non c’è e il disagio sociale che, al contrario, aumenta. Analizzando i dati sembrano essere queste le principali cause che hanno determinato la perdita di posizioni di Isernia nell’annuale classifica sulla Qualità della Vita stilata da ‘Italia Oggi’. Lo scorso anno il capoluogo pentro figurava al 62esimo posto, ora è scivolato al 76esimo, perdendo ben 14 posizioni.
Un’analisi complessa, quella eseguita. La valutazione sulla qualità della vita si basa infatti su nove elementi: affari e lavoro, ambiente, criminalità, disagio sociale e personale, popolazione, servizi finanziari e scolastici, sistema salute, tempo libero e tenore di vita, con 21 sotto dimensioni e 84 indicatori di base.
Tra gli indicatori utilizzati per stabilire quali sono le zone del Paese dove si vive meglio non poteva mancare l’ambiente. E, in relazione, a questo specifico ambito Isernia ha ottenuto i miglioramenti più significativi con un grosso balzo in classifica. Attualmente è infatti al 28esimo posto, mentre nel 2017 era al 75esimo. Secondo lo studio effettuato, i risultati ottenuti dal capoluogo pentro, come da altre realtà, sono attribuibili alle iniziative ecosostenibili che le amministrazioni hanno messo in campo.
Ma, anche quest’anno, il dato che più degli altri spicca è però quello relativo al ‘Sistema Salute’. «Isernia – si legge nello studio – si classifica al primo posto e conferma gli ottimi piazzamenti, già conseguiti nelle passate edizioni. Seguono Pisa, Ancona, Siena e Milano».
In generale la foto scattata da ‘Italia Oggi’ offre l’immagine di un Paese in cui si vive un po’ meglio: nel 2018 sono infatti 59 su 110 le province in cui la qualità di vita è risultata buona o accettabile, rispetto ai 56 del 2016 e del 2017. Si tratta del migliore dato registrato negli ultimi cinque anni. Stabile la situazione del Nord-Ovest e del Mezzogiorno, in netto miglioramento quella del Nord Est e del Centro (Roma a par te). Le migliori performance sono delle piccole: ottime le posizioni di Siena, Pordenone, Parma, Aosta, Sondrio, Treviso e Cuneo. Treviso, in particolare, risulta la provincia più sicura d’Italia; Trento, Bolzano e Bologna le realtà più positive per affari e lavoro; Parma, Siena, Trento e Piacenza quelle con la migliore offerta finanziaria e scolastica; Isernia, Pisa, Ancona, Siena e Milano quelle con il più efficiente ‘sistema salute’. Maglia nera alla calabrese Vibo Valentia, in coda alla classifica in compagnia di Catania, Napoli, Siracusa e Palermo: cinque province ricche di bellezze architettoniche e naturali che tuttavia non riescono a fare il ‘salto di qualità’.

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