Quando pensiamo a una prestazione sanitaria e ne valutiamo l’efficacia difficilmente ci viene in mente qualcosa di diverso da un’attesa al Pronto soccorso, un ricovero in reparto, una prenotazione per visite o analisi. Eppure la qualità dei servizi per la salute si vede anche dagli investimenti nelle cose immateriali che rendono più facile curare le persone.
In Molise, per esempio, c’è un luogo virtuale in cui i vaccini effettuati dai bambini (non solo dei bimbi ovviamente, ma l’esempio serve per spiegarne l’importanza in funzione degli obblighi previsti dalle recenti leggi) vengono registrati e catalogati. Capire chi ha adempiuto agli obblighi e chi no è semplice: semplice come un clic. Un altro spazio, per così dire, più grande ma sempre virtuale scrive man mano la storia clinica e sanitaria di ognuno di noi: è il fascicolo elettronico. Uno spazio riservato a ciascun molisano, ma perché sia operativo e funzioni tocca a ciascun molisano attivarlo.
L’occasione è stata la campagna antinfluenzale 2018: durante la conferenza stampa al poliambulatorio di via Gramsci a Campobasso è venuto fuori che, pur da sette mesi senza commissario, la sanità molisana ha realizzato e sta implementando performance che la mettono al pari con le Regioni che una volta si chiamavano benchmark (Regioni virtuose e quindi riferimento) quando non riesce ad arrivare perfino prima. Nel giudizio positivo sui livelli essenziali di assistenza, per esempio, la realizzazione dell’anagrafe vaccinale completamente informatizzata ha avuto un ruolo importante.
Il debito da azzerare, i reparti e i laboratori che hanno chiuso o sono stati razionalizzati, gli ospedali riconvertiti. Su tutto, le norme nazionali che a regioni di 300mila abitanti non garantiscono l’accreditamento di discipline fondamentali quali la cardiochirurgia e la neurochirurgia. Sono alcune delle patologie del sistema. Esiste però anche una sanità che funziona e punta sull’innovazione tecnologica. In una terra che ha una popolazione prevalentemente anziana e un divario digitale ancora da colmare, una scelta di coraggio. E d’altro canto se mai si parte nessuna rivoluzione è possibile.
La direzione generale Salute è al terzo piano di Palazzo Vitale. Sono da poco passate le 11, la direttrice Lolita Gallo ha appena terminato una riunione e sta per iniziarne un’altra.
Trova il tempo di fornire qualche dato su anagrafe e fascicolo sanitario, progetti che con il suo team ha curato da qualche anno a questa parte e che l’amministrazione Toma, al vertice della Regione da maggio, sta supportando con l’intenzione di farli diventare tratti distintivi della sanità molisana.
Un’anagrafe vaccinale esisteva già in Molise, nel 2016 si è deciso di rafforzarla, migliorarla e renderla allineata e perfettamente compatibile col sistema nazionale. Molise Dati, che gestiva già la banca dati, ha adeguato il software dell’azienda sanitaria aquilana – di cui la Regione ha ottenuto il riuso -, ora quindi è possibile tracciare e monitorare tutte le vaccinazioni.
Per quanto riguarda quelle in età pediatrica, è pronto un applicativo che permetterà a breve alle scuole di accedere e controllare lo stato vaccinale di ogni bimbo iscritto. Si chiama ‘cruscotto vaccinale’ e rende scorrevole il monitoraggio dell’obbligo. In Molise, va detto, i bambini vengono immunizzati: la regione infatti raggiunge la soglia del 95% per tutti i vaccini che devono essere somministrati fino a 24 mesi.
Ma l’anagrafe è importante anche per l’antinfluenzale, pure in questo caso infatti il ministero della Salute fissa gli obiettivi. Nel 2016 è stato raggiunto e superato quello del 60%, quest’anno si punta al 65% e nel 2019 il target sarà il 75%.
Attrezzare la nuova banca dati non è stato solo un lavoro tecnologico e telematico, spiega la dg Gallo insieme al dirigente del servizio Prevenzione della Regione Michele Colitti. Intanto, sono state recuperate e immesse materialmente nel database circa 17mila schede degli anni precedenti alla prima informatizzazione. Sono stati coinvolti i medici di famiglia e gli operatori dei centri vaccinali con azioni formative necessarie per l’inserimento diretto dei dati. Il software inoltre consente di gestire il magazzino per una gestione ottimale dei quantitativi. La distribuzione, in questo caso, non è trascurabile: in base a una convenzione fra l’Asrem e Federfarma la curano i farmacisti che garantiscono pure la catena del freddo.
I dati dei vaccini insieme a tanti altri che riguardano la salute – analisi, interventi chirurgici, ricoveri, visite specialistiche – confluiscono nel fascicolo sanitario elettronico. «Contiene la storia medica di una persona e, questa l’innovazione, può essere trasmesso ovunque», sintetizza Gallo. Non servirà più portare con sé carte su carte, i referti e le prenotazioni. Risparmiando così tempo e passaggi burocratici. Il fascicolo è un cloud, e per le giovani generazioni sarà immediato capire: una nuvola informatica che immagazzina tutto quello che ci riguarda e ci può servire quando andiamo dal medico o in ospedale. L’ospedale e il medico dovranno solo consultarlo.
Per attivarlo bisogna rivolgersi all’Asrem, che attualmente ne garantisce l’apertura nei distretti ma si sta organizzando per aumentare i punti di accesso. Basta portare con sé la carta d’identità e il tesserino sanitario: l’azienda sanitaria consegnerà le credenziali (un nome utente e la chiave d’accesso). Dal momento in cui l’utente apre il suo fascicolo, per l’ospedale Cardarelli – ad esempio – sarà possibile inserirvi dati relativi a ricoveri e risultati di analisi. Se, invece, il fascicolo è ancora chiuso la richiesta dell’ospedale sarà rigettata. Chi può consultare il fascicolo? Lo decide il ‘titolare’, Regione e Asrem suggeriscono queste opzioni: se stessi, il medico di medicina generale e le strutture sanitarie.
Unica avvertenza per evitare fraintendimenti: il fascicolo sanitario è una banca dati, non offre altri servizi. Non offre per esempio la prenotazione di visite ed esami, che hanno altri canali.
Bene, ora mettiamoci nei panni di un anziano che vive a Provvidenti o a Conca Casale. Ecco, non bisogna aggiungere molto altro. È chiaro, però, che le giovani generazioni possono fare la differenza. «I genitori dei bimbi piccoli – è il consiglio del responsabile dei Flussi informativi della Regione Riccardo Tamburro – gli facciano un regalo: aprano il fascicolo elettronico per i figli. E poi per se stessi e ancora per i genitori anziani». Se mai si parte, nessuna rivoluzione è possibile.