Si prospettano lavori costosi e tempi lunghi. La cattedrale, il cuore e il simbolo della città di Campobasso resterà chiusa a tempo indeterminato. Ieri mattina il parroco don Michele Tartaglia, insieme al vescovo Giancarlo Bregantini, al sindaco Antonio Battista e all’ingegnere che ha effettuato le ispezioni, hanno tenuto una conferenza stampa per spiegare nel dettaglio i danni che ha subito il tetto e i motivi della chiusura. Ad accorgersi che qualcosa non andava sono stati gli operai che nelle scorse settimane stavano lavorando sul palazzo adiacente alla Cattedrale: avvallamenti importanti sulla copertura della struttura, di oltre 10n centimetri. Immediata la segnalazione al don Michele Tartaglia che dopo l’ispezione dei tecnici ha deciso di chiudere la chiesa al culto prima che potesse accadere il peggio.
«C’è stato un abbassamento delle capriate in legno che sorreggono il tetto – ha spiegato l’ingegnere – e c’è stato il crollo di alcuni elementi strutturali. Ora la priorità è mettere in sicurezza la copertura perché con l’inverno alle porte il tetto non reggerebbe il peso di eventuali nevicate. Poi si procederà con la realizzazione di una nuova copertura, probabilmente in ferro, materiale più leggero e resistente».
Secondo i tecnici si tratta di un danno ‘antico’: le strutture lignee erano praticamente marce, ma il maltempo dell’ultimo mese potrebbe aver compromesso ancora di più la situazione, in particolare le raffiche di vento che si sono abbattute sulla città.
Il percorso per la riapertura sarà lungo e non c’è ancora una stima precisa sui costi dell’intervento, ma nella diocesi si sono già messi in moto. «Gli operai sono già al lavoro per mettere in sicurezza la navata centrale – ha spiegato Bregantini – il passo successivo sarà quello di trovare le risorse necessarie per la progettazione e i lavori».
Dalla Curia è già partita la pec per informare il Mibac e la Cei. Ma ci si aspetta anche il contributo di Comune e Regione e l’aiuto dei privati. E non c’è da pensare solo al rifacimento del tetto. Gli affreschi del Trivisonno, in particolare ‘L’ultima cena’ e ‘La moltiplicazione dei pani e dei pesci’, sono già in parte deteriorati e con i lavori in programma e il sollevamento delle polveri potrebbero danneggiarsi ulteriormente. Vanno quindi preventivati anche dei lavori di restauro sui dipinti. Insomma, c’è molto da fare. Nel frattempo tutte le celebrazioni eucaristiche, anche la messa in programma il 3 dicembre per i trecento anni dalla nascita di Paolo Saverio Di Zinno e, ovviamente, la tradizionale messa di Natale, si terranno nella chiesa di Santa Maria della Croce. Resteranno invece aperti i locali ‘laterali’, quelli che ospitano la sacrestia e l’ala dedicata alle attività di catechesi e di scoutismo. Per i fedeli sarà disponibile anche il servizio di confessione.
Ma quando hanno fatto i lavori del campanile, nessuno si è accorto che c’erano problemi al tetto?