Il governatore la chiama ‘strategia borghi’: 1,6 milioni in totale, fondi Fsc, che la Regione Molise utilizzerà per combattere lo spopolamento.
Strumento operativo sarà un’intesa con i ministeri dello Sviluppo economico e dell’Economia. La giunta Toma ha approvato lo schema. Si tratta di due misure, che danno contezza – soprattutto la prima – al cosiddetto ‘reddito di residenza attiva’. L’idea di introdurlo l’aveva avuta il consigliere dei Popolari per l’Italia Antonio Tedeschi, aveva presentato un apposito ddl. Il presidente Toma, però, gli ha prospettato una strada più rapida che può essere anche utile come rodaggio, per capire se in Molise funziona: utilizzare i soldi del Fondo coesione e non quelli del bilancio regionale e avviare subito l’iniziativa. «Più di 100 Comuni in Molise (su 136, ndr) hanno meno di duemila abitanti. Incentivando l’apertura di attività come bar, ristoranti, supermercati in questi centri li rivitalizziamo. Pensate – spiega Tedeschi nella conferenza stampa convocata dal presidente – poi quanti molisani nel mondo potrebbero tornare. L’obiettivo è triplice: combattere lo spopolamento, rivitalizzare l’economia e creare occasioni di lavoro».
Non si fa illusioni il governatore: «Queste misure servono a tenere in Molise la popolazione che c’è. Per la crescita c’è bisogno di altro». Parla alla fine dell’incontro anche di questo ‘altro’.
Intanto però illustra la ‘strategia borghi’ che per il target cui è destinata prevede due canali di intervento. Oltre 977mila euro arammo stanziati a favore di chi va a vivere nei Comuni con popolazione fino a 2mila abitanti e che aprono lì un’attività – commerciale, artigianale o professionale – mantenendola almeno per tre anni. Si tratta di 700 euro al mese, circa 8mila euro all’anno. Il finanziamento è per il 2019 e il 2020. «Se la misura funziona, poi dovremo trovare risorse nel nostro bilancio», dice Toma. Presto l’intesa, poi il bando. «Prevediamo di soddisfare una quarantina di persone». Per partecipare bisogna avere la cittadinanza italiana.
Seconda linea di intervento, quella che destina 700mila euro ai Comuni con meno di mille abitanti (in regione sono 69) per far sì che possano offrire servizi per cui non hanno risorse: mense, biblioteche o scuolabus. Ad ogni centro potranno andare al massimo 15mila euro.
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