Dal sindaco di San Martino in Pensilis Massimo Caravatta arriva la conferma delle origini locali di Armando Andrea Basile, il ginecologo 61enne ucciso in Venezuela. Il medico ha in paese ancora dei cugini di primo grado, che hanno con dolore appreso della sua scomparsa, avvenuta nell’omicidio del 7 dicembre scorso. I malviventi, due banditi, probabilmente stavano cercando dei farmaci in casa del professionista a Maracaibo. Sulla testata online Laverdad, nel giorno dell’Immacolata si evidenzia che sono stati identificati gli assassini dalla Polizia scientifica, per l’anagrafe venezuelana il 61enne si chiamava Armando Bacile Rafael Ferrer. Un soggetto noto come Antony, assieme ad altri sodali, aveva già compiuto razzie nel passato, con sei furti alle spalle e col settimo divenuto addirittura mortale. Basile è stato soffocato e picchiato. Secondo i residenti della strada del quartiere Bella Vista, dove viveva il medico, un mese fa erano stati avvelenati i cani che proteggevano la casa, quindi l’assalto è stato pianificato. I rumori sono stati uditi all’alba dai vicini di Basile, quando fecero irruzione in casa, assieme ai fratelli del 61enne, il ginecologo è stato trovato senza vita a letto, supino, legato con mani e piedi e con una specie di cappuccio sul viso. Basile ha lavorato in diversi ospedali a Maracaibo e stava lavorando al Cdi di Mangos, a ovest di Maracaibo. Intanto, giunge un appello da parte del fratello di Basile. Il Comitato Molise Pro-Venezuela, per il tramite del rappresentante del Venezuela nel Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, organo dello Stato Italiano che segue le problematiche dei 5,6 milioni di cittadini italiani iscritti nelle anagrafi comunali dei residenti all’estero, il Dott. Nello Collevecchio, farmacista di Caracas originario di Teramo, ha fatto pervenire al fratello e alla famiglia del quarto molisano assassinato negli ultimi 12 mesi in Venezuela il proprio cordoglio e si è posto a disposizione per raccogliere l’appello che lo stesso fratello in questo messaggio che trascriviamo integralmente, rivolge al componente del Cgie:
«Dr. Nello, mi nombre es Eduardo Basile, Ingeniero, Italiano, vivo en Maracaibo, primo de Domenico Lanni Basile. En los actuales momento mi familia se encuentra consternada atravesando una situación bastante difícil como consecuencia de la gravísima inseguridad existente en Venezuela. El día 07-12 del presente año asesinaron cruelmente a mi hermano, Médico Ginecólogo connacional Italiano (Se anexa crónica de los hechos ocurridos publicados por los Diarios Panorama y la Verdad qué circulan en Maracaibo), pedimos los mejores oficio que puedan estar a su alcance y que se puedan realizar para que por intermedio del cuerpo, diplomático, embajada y consular del Gobierno Italiano exijan y ejerzan presión a la Autoridad, Diplomacia y cuerpos policiales Venezolanos para que se cumpla una estricta vigilancia en el esclarecimiento, búsqueda, captura y castigo de los delincuentes qué cometieron tan horrendo crimen. En otro sentido me gustaría que cuando estes en Venezuela o te encuentres en la ciudad de Maracaibo (pues no se donde te puedas encontra en este momento ocupado en tu valiosa labor) me gustaría en lo posible, me concedieras una cita para conocernos. De antemano muchas Gracias».
Come volontari dell’Associazione “Giuseppe Tedeschi” e del Comitato Molise Pro-Venezuela non intendiamo aggiungere nulla a questo appello e ci rivolgiamo ai Sindaci del Molise, perché attraverso l’Anci, facciano un monitoraggio per sapere il numero degli italo-venezuelani iscritti nei loro registri dei residenti all’estero, verifichino per le vie brevi il numero degli oriundi, accertino presso i propri uffici comunali quante istanze per il riconoscimento della cittadinanza italiana sono arrivate dal Venezuela, verifichino quante famiglie o persone sono già rientrate dal Venezuela negli ultimi 24 – 36 mesi e quali sono le loro esigenze, sollecitino le Prefetture di Isernia e Campobasso per mobilitare il Governo ed il Parlamento Italiano sull’emergenza umanitaria in Venezuela, propongano alle Province o alla Regione di convocare delle riunioni periodiche con la Questura, il Provveditorato agli Studi, l’Asrem, l’Inps, i Patronati presenti in Venezuela, le Caritas, la Motorizzazione Civile, gli Enti per le case popolari, gli Ambiti Territoriali di Zona ed i Centri per l’Impiego per individuare misure tese all’accoglienza delle famiglie tornate o in via di rientro dal Venezuela.