Era tornato il 9 dicembre. Abbracci, risate, gli odori di casa. «Dovevamo rivederci a Natale, ci salutammo con la prospettiva di preparare tutto per le feste in cui saremmo stati insieme». Invece, Angelo Zara suo fratello da quel 9 dicembre non lo ha visto più.
Rientrato in servizio alla compagnia di sicurezza dell’aeroporto Leonardo da Vinci, otto giorni dopo, Antonio Zara fu barbaramente assassinato dai terroristi di Settembre Nero. Palestinesi, che il 17 dicembre 1973 – lunedì, come ieri – entrarono con in mano un piccolo bagaglio, superando i primi controlli. Venivano dalla Spagna. Alla richiesta di aprire le valigie, l’inferno. Sei agenti furono presi in ostaggio e trascinati verso gli aerei. Spari contro le vetrate per proteggersi la fuga, un orrore. Antonio Zara provò a fermarli mentre si dirigevano verso gli aerei, venne fulminato da una raffica di mitra.
Medaglia d’oro al valor militare, medaglia d’oro di vittima del terrorismo. A lui sono intitolate la caserma della Guardia di Finanza regionale a Campobasso, una strada all’interno dell’aeroporto di Fiumicino e una classe di motovedette delle Fiamme Gialle. Un eroe molisano che le istituzioni non hanno dimenticato. Anzi, la cerimonia organizzata in suo onore il 17 dicembre di ogni anno è una delle più sentite dalla Finanza e dalle altre forze dell’ordine e militari.
Davanti al monumento che lo ricorda a San Felice del Molise, il generale Antonio Marco Appella, un nutrito drappello delle Fiamme Gialle, il picchetto d’onore, il sindaco del paese Fausto Bellucci che ha deposto la corona di alloro insieme al generale Appella, il fratello del finanziere e la sua famiglia. E poi i vertici di Polizia, Carabinieri, Esercito, i bimbi e i ragazzi delle scuole, la direttrice dell’Usr Sabatini, il procuratore La Rana.
Dopo gli onori e la deposizione della corona, la commemorazione è proseguita in Comune con la cerimonia religiosa officiata dal vescovo di Termoli Gianfranco De Luca.
Antonio Zara si era arruolato nella Finanza a novembre del 1972, dopo l’addestramento fu trasferito alla compagnia Aeroporti di Roma e in particolare al nucleo sicurezza di Fiumicino. Effettivo da agosto del 1973, fu una delle prime vittime del terrorismo internazionale.
«Oggi ricorre il 45esimo anniversario della morte di mio fratello, provate a immaginare che cos’è questa giornata per noi familiari, una giornata triste, con tanti ricordi. E ricordo l’ultima volta: lui venne a San Felice il 9 dicembre del 1973. Parlammo del Natale. “Fra dieci, 15 giorni io ritorno per le feste”, disse. Da allora io non l’ho sentito né l’ho visto più», racconta il fratello di Antonio Zara, che ha chiamato così, Antonio, suo figlio. Ringrazia il generale Appella e la Finanza «che ci sono stati sempre vicini in questi anni e hanno sempre ricordato degnamente la figura di mio fratello». Dal sacrificio estremo nasce l’esempio, «Antonio è un esempio anche per i finanzieri di oggi, uno stimolo ad andare sempre avanti». Per le forze dell’ordine alle prese con una minaccia terroristica che, 45 anni dopo la strage di Fiumicino, è drammaticamente molto più potente e pericolosa.
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