Con oltre 400 reati accertati nel 2011, ovvero poco più di uno al giorno, il Molise si classifica al 18/mo posto della classifica nazionale dei reati ambientali, subito dopo Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige, e scende di una posizione rispetto all’anno precedente. E’ quanto emerge dal rapporto di Legambiente “Ecomafia 2012”, dedicato quest’anno a Falcone e Borsellino e presentato oggi a Roma. In particolare, sono 413 i reati ambientali registrati in Molise nel 2011, ovvero circa il 45% in più rispetto al 2010, quando i reati erano stati 284. Le persone denunciate sono state 268 (203 nel 2010), quelle arrestate quattro (7 nel 2010) e i sequestri effettuati hanno raggiunto quota 84 (89 nel 2010). Analizzando i dati dal punto di vista settoriale, il maggior numero di infrazioni si registra nell’ambito degli incendi dolosi, colposi e generici, con 116 reati. Seguono il settore faunistico (99 reati), quello del ciclo dei rifiuti (81 reati) e quello del ciclo del cemento (66 reati). A livello nazionale sono 33.817 (30.824 nel 2010) i reati ambientali accertati, 27.926 (25.934 nel 2010) le persone denunciate, 305 (205 nel 2010) quelle arrestate e 8.765 (8.771 nel 2010) i sequestri effettuati. Maglia nera alla Campania con 5.327 illegalità, seguita da Calabria (3.892) e Sicilia (3.552). La regione più virtuosa, invece, è la Valle d’Aosta, con solo 58 reati ambientali. Il rapporto presentato nella Capitale é il risultato di una attività di monitoraggio e di analisi condotta da Legambiente e dalle forze dell’ordine: una fotografia non solo dei reati commessi contro l’ambiente ma anche delle ecomafie. Tornando a qualche dato reso noto a Roma, nel 2011 si calcola che ci sono stati 33.817 reati ambientali. Ad aumentare sono soprattutto i reati contro il patrimonio faunistico, i furti delle opere d’arte e dei beni archeologici e gli incendi boschivi. Tra l’altro sono aumentati anche in maniera esponenziale gli illeciti che riguardano il settore agroalimentare. Le forze dell’ordine cercano in tutti i modi di contrastare il problema, ma il fenomeno sembra in espansione. Gli incendi boschivi hanno devastato più di 60.000 ettari di boschi. I reati contro la fauna sono aumentati dal 2010 al 2011 del 28%. Si tratta di commercio di specie protette, di bracconaggio, di combattimenti tra cani, di commercio illegale di pelli pregiate, di macellazione clandestina e di corse di cavalli clandestine. A tutto questo si aggiungono i traffici che riguardano il ciclo dei rifiuti e l’abusivismo edilizio, che coinvolge il ciclo del cemento.

 

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