La notizia la diede il governatore Donato Toma un mese fa: Aia, disse a margine di una conferenza stampa, è interessata a investire a Larino per realizzare un incubatoio.
Se ne parlava da mesi, il rapporto del numero uno dell’avicolo in Italia con il Molise dura invece da anni. Tra momenti di esaltante collaborazione e condivisione coi governi precedenti, in particolare quello di Frattura, e addii che si sono poi trasformati in arrivederci, forse (meglio restare cauti almeno per scaramanzia) adesso ci siamo. Rispetto all’annuncio di Toma non c’è (ancora) nulla di ufficiale da Verona, come è naturale che sia. Ma molte indiscrezioni attendibili, alcune verificate e riscontrate in maniera certa.
Nei primi giorni del 2019, il progetto si sta realizzando nella sua fase preliminare. Nella zona industriale in contrada Piane di Larino il gruppo Veronesi punta a costruire un incubatoio da oltre un milione di pulcini a settimana, quanto è il fabbisogno della filiera che l’azienda ha in Molise. Controlla infatti tutto il settore locale delle ovaiole. Una cinquantina le unità lavorative che sarebbero previste all’inizio, ma fra indotto e messa a regime qualcuno stima in un centinaio di posti di lavoro la ricaduta dell’investimento. Un investimento deciso un anno fa dal Cda e totalmente privato, da quanto trapela: senza la richiesta di contributi pubblici. Il valore si aggira intorno ai 16-17 milioni.
Originariamente il progetto avrebbe dovuto essere realizzato nella zona industriale di Campochiaro, ma, fra le altre cose, le difficoltà del Consorzio e la logistica (per il trasporto dei pulcini serve percorrere in direzione adriatica tutta la Bifernina, che l’estate è stata anche interessata dalla chiusura dei due viadotti sul Liscione dopo il terremoto) hanno convinto i vertici del leader dell’avicolo a delocalizzare l’investimento. Vicinissimo all’autostrada. Per fortuna, sempre in Molise.
A che punto siamo? Sembra sia questione di tempo, adempimenti formali e autorizzazioni per costruire su un lotto della zona industriale. Poi si potrà iniziare a costruire. La stima dei lavori, quando l’iter si sarà concluso in maniera positiva, è di circa nove mesi. Entro l’inizio del 2020, un’ipotesi tante volte ‘accarezzata’ e finora mai realizzata dovrebbe tramutarsi in realtà.
Lontano da Bojano, dove tutto è iniziato. E dove c’è il concorrente diretto di Aia, Amadori, che ha appena riaperto i battenti – annunciando l’impiego di 15 unità che a regime per ora saliranno a 30 – dell’incubatoio che fu dell’Arena e che Amadori ha ristrutturato col cofinanziamento di 2,5 milioni del Psr Molise. Una distanza di sicurezza che salva i rapporti fra concorrenti. I numeri di Aia, però, già nelle stime sono completamente diversi. Rispecchiano la distanza fra il primo e il secondo player del pollo in Italia. Non potrebbero essere differenti.
rita iacobucci