Seicentomila euro. A tanto ammonta il finanziamento per la guglia della Cattedrale di Campobasso che, entro Natale, almeno secondo le previsioni degli addetti ai lavori, tornerà all’antico splendore. La cifra sarà equamente ripartita tra la Regione Molise e la Conferenza Episcopale. In minima parte contribuirà la parrocchia attraverso le offerte dei fedeli o le donazioni di privati cittadini. La vecchia guglia, intanto, non c’è più. E’ già stata smontata. I conci di pietra che ne costituivano la struttura sono stati numerati e poggiati a terra in attesa di essere ricollocati. Al posto della pietra pomice, che ne costituiva la struttura, sarà realizzata una gabbia in acciaio per alleggerire la cuspide. La caratteristica colorazione gialla e verde (che da lontano sembrava brillante come fosse di maiolica ma in realtà erano solo mattonacci tinteggiati) sarà ripristinata attraverso delle mattonelle in quarzo e non più smaltando i mattoni. Infine, dall’altezza dell’orologio, sino all’apice della struttura, sarà consolidata la pietra. Questi in sintesi gli interventi che sono stati illustrati ieri in Curia a Campobasso in una conferenza stampa cui ha partecipato il vescovo, Giancarlo Maria Bregantini, e l’architetto Marco Ioffredi che sta curando il restauro dell’edificio, emblema del capoluogo di regione. “Se vedete la copertura sulla facciata – ha esordito scherzando padre Giancarlo – sappiate che non stiamo rubando l’edificio. Quella copertura è la testimonianza dell’affetto che la Chiesa nutre per i suoi edifici. Abbiamo attraversato tre fasi per giungere allo stato attuale dell’arte: l’organizzazione dei l a – vori, il reperimento dei fondi, l’esecuzione. Ora siamo qui per chiedere aiuto alla città perché c’è bisogno del contributo di tutti per restituire a Campobasso un edificio che è simbolo di questo luogo. Abbiamo deciso di dedicare i lavori in corso alla memoria di don Armando perché l’appello alla città lo lanciammo proprio nel triste giorno dei suoi funerali. Sono molti, in Molise, gli edifici di culto che stanno riaprendo. Le ferite, anche le peggiori, col tempo e con l’impegno riescono sempre a rimarginarsi”. Era dal 1930, con il Fascimo che imperava in Italia, che la Chiesa Cattedrale non subiva lavori di manutenzione ordinaria. “Nel ’67 – racconta Nicola Lalli, delegato della parrocchia – l’allora parroco don Pasquale mi fece notare che un fico era nato sulla guglia, a quaranta metri d’altezza. Ebbene, quel fico è stato rimosso dieci mesi fa dai Vigili del Fuoco durante dei lavori sul cornicione della Prefettura. Non trovando più l’opposizione delle radici, i calcinacci sono precipitati al suolo. Abbiamo allora deciso di effettuare un sopralluogo ed abbiamo scoperto che, da un momento all’altro, la guglia poteva crollare”. “I lavori non riguarderanno solo l’apice dell’edificio – ha spiegato l’architetto Ioffredi – ma anche il pronao che sarà smontato per la sostituzione delle travi in legno logorate dal passare del tempo. Le infiltrazioni d’acqua dalla copertura antistante la facciata stavano per mettere a repentaglio un affresco del Trivisonno. Di qui la necessità di muoverci con somma urgenza”. E sulla torre campanaria: “Abbiamo riscontrato una rotazione pericolosissima della guglia, forse per i terremoti che si sono succeduti negli anni. Vi erano intere pareti lesionate ed in alcuni punti le fessure erano larghe 5 o 6 centimetri, tanto che ci si poteva infilare una mano. La torre era un malato in condizioni gravi. Siamo riusciti a salvare il salvabile e, al contempo, abbiamo rafforzato l’intera struttura, rendendola per giunta più leggera. Il tutto con la supervisione della Soprintendenza che ha seguito giorno dopo giorno tutti i lavori. Le difficoltà sono state notevoli, sia per l’altezza della struttura, sia per la composizione eterogenea dei materiali che componevano la guglia. Con i fondi stanziati restituiremo ai campobassani un edificio nel quale molti di loro si identificano”.