Ieri l’ok della commissione Salute, oggi il nuovo piano di governo delle liste di attesa è sul tavolo della Stato-Regioni per la definitiva approvazione.
Il piano del ministro Grillo ribadisce i tempi massimi che Asl e ospedali dovranno garantire per i ricoveri e le prestazioni ambulatoriali. Inoltre viene confermata la norma per cui se i tempi previsti per legge non sono rispettati dalle aziende sanitarie, i cittadini potranno rivolgersi a una struttura privata (accreditata), pagando solo il ticket. Cavallo di battaglia della titolare della Salute, la previsione secondo cui i direttori generali delle Asl dovranno rispettare i tempi massimi previsti per legge, altrimenti saranno rimossi dall’incarico.
Per l’attuazione del piano sarà istituito l’Osservatorio nazionale del Ministero. Entro 60 giorni dalla stipula dell’intesa (salvo sorprese dunque entro due mesi a partire da domani) le Regioni dovranno recepirla e adottare il loro piano di governo delle liste di attesa. Altri due mesi saranno a disposizione delle Asl per adottare il nuovo programma attuativo o aggiornare quello in uso.
In dettaglio, nelle prenotazioni delle prestazioni specialistiche garantite dal servizio sanitario nazionale sarà obbligatorio l’uso sistematico dell’indicazione di prima visita/prestazione diagnostica o degli accessi successivi, del quesito diagnostico e delle classi di priorità. Che sono queste: urgente, da eseguire comunque entro 72 ore; breve, entro 10 giorni; differibile, 30 giorni per le visite o 60 giorni per gli accertamenti diagnostici; programmata, entro 120 giorni dal 2020 (fino ad allora il timing è di 180 giorni).
Per contenere gli oneri a carico dei bilanci delle Asl, le prestazioni erogate in intramoenia costituiranno uno strumento eccezionale e temporaneo per il governo delle liste ed il contenimento dei tempi d’attesa, nella misura in cui anche tali prestazioni potranno contribuire ad integrare l’offerta istituzionale, allorquando una ridotta disponibilità temporanea di prestazioni in regime istituzionale metta a rischio la garanzia di assicurare al cittadino le prestazioni all’interno dei tempi massimi regionali. Questa “libera professione aziendale” è concordata con i professionisti e sostenuta economicamente dall’azienda: il cittadino paga solo il ticket .
Un ruolo fondamentale è assegnato, nelle garanzie che le Regioni devono assicurare, al Cup: deve gestire in maniera centralizzata tutte le agende delle strutture pubbliche e private accreditate (è una delle caratteristiche della gara d’appalto avviata dall’Asrem qualche mese fa) e prevedere funzionalità che minimizzino il rischio di prenotazioni multiple e altre criticità che possano concorrere ad allungare i tempi.
Infine, la norma ‘spot’ del provvedimento, quella su cui il ministro punta intenzioni e dichiarazioni: gli impegni assunti dai dg delle aziende sanitarie per il superamento delle criticità legate ai lunghi tempi di attesa costituiscono prioritario elemento della loro valutazione. Quindi, in caso non vengano raggiunti gli obiettivi, causa di rimozione.