«Un rapporto in crisi», così è descritta la relazione tra medico e paziente. Cittadinanzattiva, il Tribunale per i Diritti del malato e l’Ordine dei medici di Campobasso hanno organizzato ieri pomeriggio, presso la sede dell’Omceo, un incontro dal titolo ‘Cura di coppia’ per presentare un decalogo che spiega i diritti e i doveri dei cittadini e dei professionisti sanitari indicati nel codice deontologico dei medici e nella Carta europea dei diritti del malato. Quella di Campobasso è l’ultima tappa di un tour nazionale e per la rilevanza dell’evento ha partecipato anche il vicepresidente della Federazione dell’Ordine dei medici Giovanni Leoni.
«Tramite i nostri centri di tutela – ha spiegato Tiziana Nicoletti, project manager di Cittadinanzattiva – ci arrivano diverse segnalazioni in ambito sanitario. La prima su tutte è, appunto, la relazione con il proprio medico: il poco tempo a disposizione per le visite, un ascolto superficiale, la sottovalutazione dei sintomi che causano un ritardo della diagnosi. Ma anche i medici riscontrano delle difficoltà a causa di una burocrazia troppo lunga che diminuisce il tempo che possono dedicare ai pazienti». Queste criticità sono riscontrate anche da parte delle associazioni di malati cronici e rari.
Infatti, in circa 8 casi su 10, i cittadini segnalano poca sensibilità nell’ascolto o poca empatia. Una persona su 3 trova nel medico scarsa disponibilità a orientarla tra i servizi; una su 4 si confronta con un linguaggio troppo tecnico e poco comprensibile; una su 5 ha vissuto scarsa attenzione al dolore. D’altro canto, circa 1 medico su 3 ritiene insufficiente o inadeguato il tempo a disposizione per la cura; in ugual proporzione riscontra difficoltà per mancanza di personale e in 1 caso su 5 per cattiva organizzazione dei servizi. In aggiunta, non esiste ancora nel percorso di laurea del medico una formazione specifica sui temi della comunicazione e relazione.
Analizzando la documentazione medica risalta agli occhi che la prima causa di segnalazioni è per sospetto errore. «Quando la relazione non funziona – ha commentato Sabrina Nardi, vice coordinatore nazionale del Tribunale per i Diritti del malato di Cittadinanzattiva – ci sono incomprensioni, non si ascolta adeguatamente, le situazioni sono sottovalutate, mancano i tempi e sono sbagliati gli ambienti in cui vengono date le notizie, ad esempio nei corridoi. Se mettiamo anche che da parte del paziente c’è la paura di chiedere chiarimenti e il web spesso è la fonte per ottenere informazioni la conflittualità è inevitabile. Solo tramite un recupero della relazione tra medico e paziente è possibile migliorare le prestazioni sanitarie».
Siamo un’epoca in cui tutto è informatizzato, dove i tempi sono cambiati, tutti vanno più veloce e «non c’è più uno scambio di sguardi», ha continuato Nardi. «Bisogna puntare sulla relazione e fortunatamente abbiamo riscontrato una volontà positiva da parte dei professionisti sanitari e una voglia di costruire insieme».
Dunque, l’obiettivo è costruire un valore aggiunto per il servizio sanitario e per il Molise risulta essere una rete di sostegno per le istituzioni.
Cittadinanzattiva ha da sempre collaborato con l’Ordine dei medici di Campobasso, «siamo in una realtà in cui bisogna sollecitare le risoluzioni di criticità» ha sottolineato il presidente dell’Ordine Carolina De Vincenzo. «Questa è un’alleanza fondamentale tra cittadini e professionisti – ha proseguito De Vincenzo -. È importante la cura della relazione che è diversa da quella tradizionale, ora medico e paziente sono sullo stesso piano e l’ultimo può scegliere il piano terapeutico da seguire. L’invito che voglio fare alla cittadinanza è quello di unire le forze per pretendere una sanità di qualità».
La dottoressa De Vincenzo si è poi soffermata anche su un altro problema che riguarda le professioni sanitarie, ovvero i contenziosi e i risarcimenti che sono «stimolati da un giornalismo e da avvocati in cattiva fede». Fa un chiaro riferimento anche allo spot pubblicitario, poi sospeso, di Enrica Bonaccorti che invitava chi fosse stato vittima di un errore sanitario a reclamare per avere un risarcimento, addirittura anche dopo dieci anni dall’accaduto. «È una pubblicità scorretta – ha incalzato De Vincenzo -. Bisogna abolire certe forme di pubblicità perché portano solo i medici a ricorrere ad una medicina difensiva e allontana da una relazione serena. Gli operatori sanitari subiscono continue aggressioni, perché sono in prima linea e i cittadini hanno solo loro come punto di riferimento con cui sfogarsi». Nel 2017 è stata anche fatta una legge di responsabilità professionale Bianco/Gelli per diminuire i contenzioni e la medicina difensiva, «ma i risultati non ci sono stati».
Il decalogo dei diritti/doveri dei medici e pazienti è stato redatto, oltre a Cittadinanzattiva, tramite la collaborazione di più enti: Afadoc, Ail, Aiop, Asbi, Aipas, Anmar, Antea, associazione Malati reni, Bpco, Fais, Fand, Fcp, Fimmg, Fimp, Forum trapiantati, ministero della Salute, Nadir, Ordine degli psicologi del Lazio, Sidermast, Sifo, Simba, Sin, Sumai e con il patrocinio della Federazione nazionale dell’Ordine dei medici.
Nello specifico i doveri del medico sono: rispettare e ascoltare; informare; ridurre o alleggerire la burocrazia; interagire e confrontarsi con altri professionisti; segnalare. I doveri del cittadino: non sostituire il web o il passaparola al medico; collaborare con il medico; rispettare le persone; rispettare gli ambienti e gli oggetti; segnalare disfunzioni. Per quanto riguarda i diritti del medico deve: esercitare la propria professionalità; essere rispettato; non assecondare ogni richiesta; essere informato dal cittadino; lavorare nelle migliori condizioni. I diritti del cittadino sono: avere il giusto tempo di ascolto; ricevere informazioni comprensibili; condividere percorsi di cura; ricevere cure in sicurezza; non soffrire inutilmente. Ulteriori informazioni sono reperibili al sito www.curadicoppia.it.

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