«Sciolta la prognosi riservata per la paziente di 22 mesi ricoverata da mercoledì della scorsa settimana nel reparto di rianimazione dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù. La bambina è stata trasferita dall’area intensiva ad un reparto di degenza ordinaria. Le condizioni di salute sono stabili. Proseguono le cure del caso e l’osservazione clinica dello stato generale e neurologico». È quanto emerge dall’ultimo bollettino medico diramato dal nosocomio di Roma sulle condizioni della bimba di 22 mesi picchiata e presa a morsi dal compagno della madre, il vinchiaturese Federico Zeoli, nella loro abitazione di Genzano di Roma, comune dei Castelli romani.
Quella sera la bambina e la sua gemella erano rimaste sole con il patrigno. La madre, Sara, si era allontanata con la figlia più grande di 5 anni per far visita al padre. Poi la chiamata da parte di Zeoli: «La bimba è caduta per le scale».
Dopo la corsa verso l’ospedale di Ariccia i medici hanno da subito riscontrato incongruenze tra i segni sul corpo della bimba e la versione rilasciata dal 25enne che, incalzato poi dai carabinieri, confesserà di aver picchiato la bambina in preda ad un raptus perché «non la smetteva di piangere».
Da lì il trasferimento al reparto di Rianimazione dell’ospedale Bambino Gesù. Entrambi sono stati subito allontanati dalla bambina. Lui è finito nel carcere di Velletri, con l’accusa di tentato omicidio e maltrattamenti in famiglia. Le bambine, affidate agli assistenti sociali, sono state trasferite in una casa famiglia di Roma. Anche Sara, la mamma delle tre bambine, tutte frutto di una relazione precedente, ha dovuto fare i bagagli per raggiungere un’altra struttura.
Anche se non è più in pericolo di vita, la bimba ora verrà tenuta sotto stretta osservazione per capire se il violento pestaggio abbia causato o meno danni neurologici.