L’ultimo investimento, il macchinario per pasta lunga dell’azienda Fava. Sul sito della Spa ferrarese, la tecnologia Gpl 80 scelta da La Molisana che permette di «valorizzare al massimo ogni materia prima ottenendo sempre un prodotto di altissima qualità con diagrammi di essiccazione ottimizzati».
A Campobasso per la presentazione della nuova linea – insieme a Giuseppe, Rossella e Flavio Ferro – c’è il presidente Enrico Fava. Una lunga collaborazione fra le due aziende e fra le due famiglie di imprenditori romagnoli e molisani. «Crediamo moltissimo in questa tecnologia, pensiamo sia la strada del futuro per ottenere pasta di ottima qualità – spiega Fava – Permette di poter utilizzare materie prime diverse con enorme elasticità: è la caratteristica più interessante». Il Molise Fava lo conosce bene: «Da sempre. Venivo quando a Campobasso nevicava in quantità tale da non ritrovare più l’auto in strada il giorno dopo. Negli anni ’60 già questa azienda acquisì le prime macchine automatiche trasformandosi in vera industria».
Investimenti e numeri che pure nel 2019 parlano di conferme e progressi. L’amministratore de La Molisana Giuseppe Ferro racconta di un incremento del 30% nelle vendite nei primi tre mesi del 2019 e di un fatturato che quest’anno raggiungerà i 150 milioni. «La cosa più importante è fare la migliore qualità di pasta possibile, perché il consumatore è attento e se fai una buona pasta ti premia, così arrivano anche le vendite». La scelta del nuovo macchinario la spiega così: «Questa nuova tecnologia è come se avesse cambiato il modo di fare la pasta. Io dico è come essere passati dal motore a gasolio o a benzina all’hybrid. È la prima linea che compriamo, abbiamo fatto già i test di laboratorio, è la migliore pasta che abbiamo sempre fatto». Grande soddisfazione anche dall’integrale: «Gli ultimi dati, di questa notte, parlano di un più 2%, noi facciamo + 58».
Buone notizie dagli Usa, pure, per il quarto produttore di pasta italiano. Lì La Molisana è forte nella ristorazione. «Siamo una delle poche aziende che può dirsi made in Italy: proprietario italiano, stabilimento in Italia e grano italiano. Forse – chiude Giuseppe Ferro – in Italia siamo gli unici».