La Corte Costituzionale dà ragione al governo nazionale, stabilendo che è legittimo l’articolo 14 del decreto legislativo 138 del 2011, convertito nella legge 148 dello stesso anno. In parole povere respinge il ricorso di alcune Regioni che si erano opposte all’invasione di campo di Palazzo Chigi chiedendo lumi alla Consulta, la quale invece ha stabilito la legittimità del provvedimento col quale lo Stato ha ridotto del 30% le poltrone nelle assemblee regionali. Una mazzata per gli eletti di Palazzo Moffa in attesa di conoscere le sorti di questa sfortunata legislatura interrotta dal Tar e sulla quale pende ora la spada di Damocle del Consiglio di Stato. Se ci sarà la ripetizione del voto di ottobre i consiglieri da eleggere saranno venti e non trenta, più il governatore. Un taglio anche alla giunta: gli assessori scenderanno da 8 a 4. Tutto questo accade in un contesto regionale già di per sé intricato: le elezioni a Isernia, a Venafro (entrambe commissariate) e a Larino. Senza contare le politiche. Se poi a questa scadenza ci aggiungiamo le regionali allora ci sono davvero tutti gli ingredienti per una campagna elettorale senza esclusioni di colpi. Per via anche delle alleanze ancora tutte da costruire. Il ritorno di Berlusconi, di nuovo in campo per salvare il suo partito, ha indicato la via all’Udc: pronti all’accordo coi democratici di Bersani. Sono favorevoli anche in Molise a patto però che a capo della coalizione ci sia un nuovo leader. Insomma un ragionamento si può fare se in questo non rientrano né Frattura né Iorio. Tuttavia gli equilibri nazionali si rifletteranno giocoforza anche su quelli locali. Se Bersani sacrificherà sul tavolo delle alleanze Di Pietro, cosa succederà in Molise dove il leader maximo dell’Idv continua a dettare legge nel centrosinistra? Certo la ripetizione delle regionali, paradossalmente, potrebbe smussare molti angoli. Prendiamo Frattura per esempio: a meno di un anno dalla sua candidatura a presidente della Regione, incarico mancato per una manciata di voti, la sua stella continua a brillare di luce riflessa, sempre accanto al montenerese più famoso d’Italia che è anche il suo più grande sponsor. Mentre dentro il centrosinistra i malumori per una sua riproposizione al vertice escono allo scoperto. Senza quell’unità che al centrosinistra serve come il pane per mandare a casa dieci anni di Michele Iorio non c’è partita. Di fronte a una divisione annunciata l’architetto potrebbe quindi essere sacrificato per il parlamento. Magari con la casacca dell’Idv non avendone indossata nessun’altra finora. Ad ogni modo la scadenza del 16 ottobre resta una data importante per declinare le supposizioni in trattative. Anche se il pressing dell’ex pm sul governo è continuo. Mercoledì prossimo, nel corso del question time, Di Pietro chiederà al ministro degli Interni di fissare la data delle elezioni regionali perché considera la sentenza di annullamento del Tar a tutti gli effetti esecutiva visto che non è stata chiesta la sospensiva. Vedremo che cosa dirà il Viminale. Nel frattempo anche su questo aspetto si consuma lo scontro. Iorio, il presidente abusivo, così come l’ha definito il leader dell’Idv nella sua recente visita a Termoli, replica a tono su facebook: “Sono proprio miserevoli le accuse che, di solito, mi rivolge il centrosinistra – per essere precisi – Di Pietro e i suoi amici. Accuse piene di acredine, infamia, inesattezza che dettano, in maniera assolutamente impropria, messaggi che i molisani, sicuramente, respingono, perché molto più intelligenti di questi attori. Io, Presidente abusivo? Le ardite interpretazioni ‘‘dipietriste’ sulla mia posizione abusiva sono addirittura fantasiose e tendenti ad ingannare gli elettori e l’opinione pubblica. Se si faranno le elezioni, in questa regione, lo deciderà un organo superiore – il Consiglio di Stato – il 16 di ottobre. Fino ad allora, la legge – e non quella di Di Pietro – ma del nostro Stato, prevede una procedura che è stabilita e definita dalle regole. Chiudo così questo mio breve pensiero per rappresentarvi tutto il mio rammarico e risentimento che nutro nei confronti di questo tipo di classe dirigente molisana. E questo è solo un anticipo di quello che sarà la campagna elettorale”.