Ci sarà anche l’assessore regionale agli Enti locali, Antonio Chieffo, alla manifestazione promossa dal Comune di Lucera e da altri tredici Comuni dei Monti Dauni e della sponda pugliese del Fortore per chiedere l’annessione al Molise. Nelle mattinata di domani, amministratori, rappresentanti del mondo associazionistico, semplici cittadini di quell’area daranno vita ad una singolare forma di protesta: percorreranno la Statale 17 e, una volta varcati i confini molisani, incontreranno il presidente dell’Uprom Salvatore Colagiovanni e gli organi di informazione. Trasferiranno simbolicamente, sia pure per poche ore, i gonfaloni dei Comuni di appartenenza dalla Puglia al Molise. Non ci sarà, invece, il presidente della Provincia di Campobasso, Rosario de Matteis, che attraverso una nota stampa ha voluto smentire la sua presenza.
“Sono sostanzialmente d’accordo – ha detto l’assessore Chieffo – con eventuali processi di allargamento dei nostri confini, che diventano una condizione necessaria per il mantenimento della autonomia regionale, soprattutto alle luce dei recenti tagli che il Governo nazionale sta portando avanti. Devo dire che la questione mi ha sempre appassionato, fin da quando negli anni Novanta, come presidente della Provincia di Campobasso, lavorai alacremente con il mio collega della provincia di Benevento ad ipotesi di sinergie transfrontaliere fra i due territori”.
“Negli ultimi anni – ha aggiunto Chieffo – abbiamo registrato diverse istanze di annessione al Molise da parte delle popolazioni dei territori confinanti con la nostra regione: l’area matesina e sannitica nella Campania, quella sangrina nell’Abruzzo e, da ultimo, la Daunia nella Puglia. E mi piace ricordare anche uno studio condotto anni fa dalla Fondazione Agnelli, che poneva il Molise in una macroregione unitamente all’Abruzzo, all’Umbria ed alle Marche. Va chiarito però – ha puntualizzato l’assessore – che l’argomento impone un’attenta e pacata riflessione sulle ragioni storiche, culturali, socio-economiche che potrebbero determinare l’allargamento dei confini molisani preservando, ovviamente, l’identità regionale; riflessione che non può essere assolutamente condizionata da movimenti di protesta che, in questo particolare momento, sembrano prevalere su ogni altra motivazione”.