Dopo l’articolo di Stella sul Corriere e la mozione di Romano, Monaco e Di Donato per l’annullamento in autotutela del provvedimento che assegna il premio di risultato ai dirigenti, compreso Carugno (a tutt’oggi ancora in custodia cautelare in carcere), il consigliere regionale di Costruire Democrazia Massimo Romano replica al presidente della Regione Iorio che nella giornata di ieri ha fatto sapere di aver “sospeso” la determina in attesa di accertamenti giudiziari. “Michele Iorio e’ ormai carta letta – afferma Romano – cade sempre dalle nuvole e tutto succede sempre “a sua insaputa”, nella migliore tradizione inaugurata dal suo ex capo corrente Scajola. Anche stavolta Iorio ha aspettato che il Molise fosse sbattuto in prima pagina sulla stampa nazionale e che i colleghi Monaco, Di Donato e il sottoscrittto formalizzassero una mozione per la revoca in autotuela della determina per annunciarne una non meglio speciifcata “sospensione”. Come mai sempre “dopo” e mai “prima”? Come mai su questi temi il presidente della Regione non procede “d’ufficio” ma sempre dopo, molto dopo le sollecitazioni della stampa e delle opposizioni, cioè quando “non può più far finta di nulla?”
“Iorio farebbe bene a smetterla di fare la parte di chi “cade sempre dalle nuvole” – continua Romano – e a chiarire quali sono le contestazioni che vengono mosse a Carugno per le ipotesi peculato aggravato e continuato e quali sono, se ci sono, le corresponsabilità omissive e commissive di politici e dirigenti regionali: c’è bisogno di aspettare il passaggio in giudicato di una sentenza per frenare l’emorragia di denaro pubblico che si e’ compiuta nel silenzio generale? Possibile che nessuno si fosse accorto di nulla? Possibile che è colpa solo di Carugno? Eppure molti dei fatti attualmente al vaglio della magistratura sono stati illustrati proprio dal sottoscritto in Consiglio regionale molti mesi prima che intervenisse la magistratura ma tutti hanno fatto finta di nulla. Come mai? A prescindere dall’accertamento di eventuale colpevolezza penale (che compete ai giudici) resta il nodo politico: milioni di euro andati in fumo sempre per i soliti amici e all’insaputa di tutti. Non vorrei – conclude Romano- che questa storia dei premi faccia passare in secondo piano le vicende che hanno portato all’applicazione della misura cautelare in carcere per Carugno. Quasi come se ci si volesse limitare a guardare il dito e non la luna. Il “premio” è di 13mila euro, la “luna” riguarda una presunta truffa di milioni e milioni di euro, e coinvolgerebbe storie pregresse del “Marchionne del Molise” e anche vicende attualissime del tessile molisano che continuano a restare avvolte da silenzi omertosi e complici.”