Non è caduto nel vuoto l’appello alla politica regionale lanciato dal sindaco Paolo Manuele sull’uso dei monumenti storici come strumenti di promozione turistica. Al comune nei giorni scorsi è stato negato il castello Angioino per una manifestazione da tenersi il prossimo 10 agosto. Il primo a rispondere all’appello è l’assessore regionale alla programmazione Gianfranco Vitagliano. “Mi scrive Paolo Manuele, ottimo sindaco di Civitacampomarano – afferma l’assessore – sul diniego da parte del Soprintendente Ferrara a tenere, nel castello angioino di quel Comune, una manifestazione inserita all’interno di un programma nazionale sul “turismo del vino”. L’impegno e la passione che Paolo ha messo nel difendere l’iniziativa – appellandosi al dovere di valorizzare il territorio e i suoi prodotti, anche attraverso l’uso compatibile di beni storici e culturali che sono patrimonio della comunità – mi hanno riportato ai tempi in cui Peppino Vitagliano, mio padre, combatteva con Soprintendenza regionale e Ministero perché si consentissero, nel teatro italico di Pietrabbondante, rappresentazioni culturali, con il duplice fine di favorire la conoscenza dei luoghi e della loro storia e di offrire ai cittadini, soprattutto dell’alto Molise e in un contesto di particolare bellezza, occasioni culturali altrimenti irrealizzabili. Tra le motivazioni e le argomentazioni portate da mio padre a sostegno della richiesta d’uso del teatro – molte delle quali il sindaco Manuele ha ben esplicitato nella lettera e sulla stampa – ce n’era una difficilmente contestabile: si chiedeva con forza ai custodi del bene storico-culturale l’autorizzazione a svolgere eventi ed attività che si erano tenuti nell’antichità tante volte e lungamente in quel posto. Quante rappresentazioni, quanti incontri sacri, quante cerimonie hanno tenuto i Sanniti in quel teatro? Orde di guerrieri, sacerdoti, mercanti, popolo avranno pregato, mangiato, danzato lì per tanti giorni e tante notti e per secoli. Si trattava di consentire lo stesso uso, certamente compatibile con il valore storico culturale del bene, anche alla luce delle precauzioni imposte da chi ha il dovere della conservazione. Quante volte, nel castello di Civita, i nobili che lo hanno abitato hanno tenuto cerimonie conviviali e feste, occasioni nelle quali al popolo era consentito accedere alle sale ed alle pertinenze dell’abitazione del Signore? Non c’erano custodi allora! Ed ancora! Come si fa a negare che il patrimonio storico-culturale rappresenta una formidabile opportunità di crescita economica? Perché devono permanere pregiudizi rispetto alla possibilità di valorizzare gli aspetti economici dell’uso del patrimonio storico a favore della comunità a cui appartiene? Mio padre quel confronto culturale lo vinse con la ragione. E da allora ogni anno a Pietrabbondante la stagione teatrale al teatro sannitico richiama migliaia di appassionati, alcuni dei quali hanno comprato persino casa al mio paese. Sono certo che il Soprintendente Ferrara potrà e dovrà riconsiderare l’autorizzazione. Lo deve ai molisani, prima che ai cittadini di Civita. I castelli, il teatro, le vestigia che così numerose ed importanti arricchiscono il nostro territorio devono vivere, respirare con la gente, non morire sotto cellophane”. Dopo l’architetto Franco Valente, che nei prossimi giorni al castello terrà una conferenza, all’amministrazione comunale arriva anche il sostegno di un esponente di primo piano della politica regionale.

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