“Costiamo poco a fronte dei grandi servizi che offriamo” aveva detto qualche giorno fa un inquilino di via Berta nel disperato tentativo di difendere la Provincia di Isernia dalla mannaia del governo Monti. Andando a fare i conti nelle tasche dell’ente, però, le cifre che vengono fuori sono tutt’altro che basse. A offrire un quadro abbastanza preciso delle spese che la Provincia deve affrontare per la sua parte ‘‘politica’ è il consuntivo del 2011, fresco di approvazione (risale a qualche settimana fa) in consiglio provinciale.
Per le indennità degli amministratori provinciali, l’impegno di spesa ascritto per lo scorso anno è stato di quasi 370mila euro. A tutto questo vanno aggiunti i quasi 50mila euro per i rimborsi spesa e le indennità di missione per assessori e consiglieri provinciali, qualora varchino i confini della provincia di Isernia per missioni legate all’ente o per rappresentanza. In questo caso il presidente Mazzuto ha posto dei paletti: se ci si muove entro i confini della provincia, si devono utilizzare mezzi propri, limitando al massimo l’uso delle auto blu. Tra indennità e rimborsi la somma, a questo punto, sale sfondando i 400mila euro. E’ finita qui? Decisamente no. Perché le indennità non coprono quei piccoli extra che gli amministratori si ritrovano a gestire: si tratta della loro presenza ai consigli provinciali. Scontata ma comunque retribuita. E poi alle commissioni nelle quali approfondire gli atti che finiscono in aula. La Provincia di Isernia ha quattro commissioni che si occupano dei singoli aspetti dell’amministrazione: dagli affari generali fino al personale, passando per agricoltura, tempo libero e, ovviamente, anche aspetti economici. Ogni sottogruppo ha un presidente e cinque consiglieri per un totale di 24 persone. In realtà era allo studio qualche anno fa di contenere questi gettoni e comunque di applicare maggior austerity, magari devolvendoli per l’attuazione di alcune iniziative. In realtà alla discussione non è poi seguita la pratica. Finora, almeno.
Soldi vengono corrisposti anche all’esecutivo per la presenza nelle singole giunte, solitamente con cadenza settimanale nel corso delle quali discutere delle delibere. Per i gettoni di presenza, lo scorso anno c’è stato un impegno di spesa complessivo di 294mila euro. In altre parole, una media di oltre 9mila euro per amministratore all’anno. In realtà un calcolo preciso in questo caso non è possibile, perché varia in base al numero di riunioni del consiglio, delle commissioni alle quali si prende parte e, soprattutto, varia anche tra esecutivo e singoli esponetni dell’assise. I consiglieri, poi, non amano stare da soli, ma preferiscono aggregarsi in gruppi, per avere maggiore voce in capitolo. I gruppi, però, costano. In realtà la voce è quella più bassa rispetto al calderone legato alla parte politica dell’amministrazione provinciale. In un anno sono stati spesi dai gruppi poco meno di 15mila euro. Anche questi, però, si aggiungono al computo delle spese. C’è poi la parte contributiva a carico della Provincia: tra amministratori in aspettativa non retribuita e l’Irap sono quasi altri 125mila euro che si aggiungono alla somma. Alla fine del capitolo delle spese, nel 2011 sono stati messi in conto un milione e 263mila euro. Si tratta, però, solo della parte politica, ovvero quella che riguarda gli amministratori a cui si deve affiancare anche quella legata al personale, altre voci di rilievo, oltre che quella per le gestione degli istituti scolastici superiori.