Era trapelata come un problema di inquinamento da risolvere. I treni molisani alla stazione Termini non potrebbero arrivare più perché alimentati a nafta e quindi non ‘‘puliti’. Certo, le littorine c’entrano in questa storia, ma non solo quelle molisane arrivano a Termini a gasolio. Da Roma una nota è arrivata il 2 agosto scorso. L’ha inviata all’assessore Velardi e al responsabile della Divisione passeggeri di Trenitalia Moffa il direttore del settore Trasporti della Regione Lazio. È una proposta, per come la interpreta la giunta della Polverini, tesa a migliorare le condizioni di percorrenza da Campobasso alla Capitale. Per chi? Per i passeggeri laziali ma, fanno notare da via del Tintoretto, anche per quelli molisani. La questione di partenza è che dal Molise i convogli partono con pochi posti (e non molti passeggeri, di norma, tranne ovviamente nei giorni e negli orari clou), a Cassino salgono numerosi pendolari che devono raggiungere Roma. Il fatto che la linea molisana non sia elettrificata impedisce, secondo i tecnici capitolini, di aggiungere delle carrozze. Risultato: viaggi infernali (soprattutto nelle corse di ritorno da Roma, quando chi viaggia per lavora rientra a casa) e più lenti di quel che sarebbero se, invece, la ‘‘linea per Roma’ cominciasse proprio da Cassino. La missiva, dunque, chiede di ragionare su questa prospettiva, che cioè i treni molisani facciano ‘‘capolinea’ a Cassino e da lì i passeggeri che arrivano dalle province di Campobasso e Isernia possano poi ripartire con treni rapidi, elettrici e che faranno poche fermate verso Roma. In futuro non si esclude di utilizzare l’alta velocità. Costerebbe meno alla Regione Molise un servizio del genere, perché da Cassino il trasporto dei suoi pendolari al fine corsa sarebbe a carico dell’amministrazione laziale. E si potrebbe aumentare il numero delle corse in partenza per il Lazio, che troverebbero sempre una coincidenza utile per Roma. Un “sicuro efficientamento del servizio a vantaggio anche dell’utenza del Molise”, conclude il direttore Fabrizio. Con l’Abruzzo un accordo del genere è già stato raggiunto e sottoscritto.