Regione Molise, Provincia di Isernia, Agenzia Sfide e sportello Sprint. Sono i loro simboli a dare il benvenuto sul sito della Fiera nazionale del tartufo bianco molisano. La prima del genere che dal 4 all’11 dicembre 2011 si è tenuta a Isernia. La news più recente postata sul portale risale al 20 gennaio 2012. In homepage campeggia la foto dell’inaugurazione degli stand allestiti a Isernia, è a corredo del bilancio dell’iniziativa. Un sito tematico – fieratartufomolise.com – costato 10.980 euro (provate a chiedere in giro il costo della realizzazione di un sito simile). Alla stessa società la partnership che ha organizzato l’evento ha commissionato anche l’avvio di una “campagna advertising (in italiano vuol dire semplicemente pubblicità, ndr) targetizzata sul social network Facebook (chi non ha una pagina Facebook? Quanto è costato realizzarla?) con la creazione di una pagina pubblicitaria, inserzioni mirate e animazione durante la manifestazione”. Totale, in questo caso, 9.075 euro. Che sommati al prezzo del sito e a quello sostenuto per la stampa di programmi, locandine e pieghevoli (8.470 euro), fanno 28.525 euro liquidati alla Abstract snc. La ‘‘‘‘provincia del tartufo’ sul prezioso tubero ha investito. Lo ha fatto in quello che è il suo penultimo anno di vita, almeno secondo il governo di Mario Monti. Ed è questo l’elemento che ha colpito di più, perché il conto totale (172mila euro) della kermesse, dettagliato con servizi, beneficiari e fatture, è stato tirato fuori proprio mentre il Parlamento convertiva in legge il decreto sulla spending review che ha cancellato l’ente di via Berta. Per ospitare la Fiera l’agenzia Sfide – presidente il capo della Provincia Luigi Mazzuto, direttore generale Andrea Di Lucente -, scelse il piazzale dell’Officina della Cultura. L’allestimento dello stand espositivo (una tensostruttura 20×50 completa di pareti in legno e pareti divisorie, moquette e location per convegni con tavolo e telo per videoproiezione) ha richiesto un esborso notevole suddiviso in due differenti fatture. Stiamo parlando di 42.270 euro e, visto che era inverno, alla cifra vanno aggiunti quasi 3.500 euro di carburante per il riscaldamento. Inutile specificare che un evento del genere va comunicato come si deve. Sarà per questo che una delle fatture più sostanziose, seconda solo a quella sul noleggio della tensostruttura, riguarda “l’ideazione e la realizzazione di un progetto di comunicazione e promozione della manifestazione, attività di coordinamento con stampa nazionale ed internazionale, organizzazione e gestione di una press briefing, gestione di interviste ed incontri one to one”: in soldoni 30.250 euro alla Palas Atenea. Una breve e mirata ricerca su internet rivela una società con questo nome che si occupa di produzione di eventi e comunicazione. “Stiamo lavorando per offrirvi un website più efficiente”, è l’unica informazione sulla home. Un sito che al momento è “under construction” e che mette a disposizione solo i nomi della Ceo, Giselle Oberti e della project manager Silvia Monti. L’ufficio stampa della Fiera, il 4 dicembre 2011, in una nota segnalava che “la Oberti, riconosciuta ambasciatrice del tartufo italiano nel mondo e producer dell’Asta internazionale del Tartufo italiano, un evento seguito dai media di tutto il mondo” aveva fatto registrare la sua presenza all’inaugurazione. Senza specificare che alla sua società era stata affidata la comunicazione. Insomma, se è lei la Palas Atenea in questione, la Provincia di Isernia si è rivolta al top. La Oberti ha nel ‘‘‘‘portafoglio clienti’ consorzi blasonati, come quelli del Montalcino e del Chianti. Tuttavia è rimasta davvero poca traccia dell’evento sulla stampa nazionale. Almeno su quella consultabile dalla rete (provare per credere). Il dettaglio della manifestazione è infarcito di termini inglesi, meno uno, quello più attuale: austerity. L’intento probabilmente era di realizzare una prima da urlo. E infatti ha gridato allo scandalo il consigliere provinciale di opposizione Antonio Sorbo, che ha chiesto alla struttura tutto il carteggio riguardante l’iniziativa. “Ogni anno la Provincia di Isernia riceve dalla Regione 60mila euro per la valorizzazione del tartufo. Per i primi tre anni di amministrazione Mazzuto sono tornati indietro perché inutilizzati, poi l’assessore Del Basso ha pensato di organizzare questo evento. Credo innanzitutto che si poteva fare meglio e con meno soldi. E che peraltro – ragiona Sorbo – le priorità per come è messo l’ente sono altre. Gli espositori della categoria tartufo erano appena 12, gli altri erano produttori di vino, olio, carni, formaggi e altro. Nella relazione del direttore generale della Provincia leggo che il 50% è rimasto soddisfatto e questo vuol dire che l’altra metà non lo è. E, inoltre, che l’87% è disposto a tornare in una futura seconda edizione, quale commerciante non lo sarebbe? C’è poi un altro tema che andrebbe approfondito – prosegue l’esponente di Sel – e riguarda Sfide. All’Agenzia, che è una partecipata dell’ente provinciale, è stata affidata l’organizzazione. Mi domando se lo abbia fatto gratis perché, per esempio, per la gestione associata dei servizi per i piccoli comuni – prevista dalla legge – le sono stati affidati 50mila euro con delibera di giunta poi passata in Consiglio”. Lo ha colpito il dato delle presenze, 15mila quelle dichiarate dagli organizzatori. “Compatibili con un fatturato stratosferico degli standisti e con incassi record del ristorante. Non c’era biglietto d’ingresso, se ci sono scontrini non me li hanno forniti. È facile sparare cifre. A distanza di otto mesi infine – conclude Sorbo – a nessuno è dato sapere che ritorno ha avuto sul territorio la prima fiera del tartufo bianco molisano. Sappiamo solo che è costata troppo”. Il consuntivo pubblicato sul sito dà conto anche del punto di vista degli standisti, i veri protagonisti delle fiere: “Dagli addetti ai lavori, per lo più aziende di lavorazione e confezionamento del tartufo, sono giunti anche utili suggerimenti: «È necessario ridurre la durata dell’evento a 3 o 4 giorni ed anticipare la manifestazione alla seconda metà di novembre per poter così distribuire un prodotto più fresco». Il tartufo bianco, infatti, raggiunge la sua maturazione ottimale nel mese di novembre”.