Da tempo il “Santissimo Rosario” di Venafro era scomparso dalle “mappe” della sanità nazionale, ma ora il glorioso nosocomio (ex) sta per subire il definitivo affronto. Nel corso della prima decade di settembre verrà trasferito al “Ferdinando Veneziale” di Isernia anche il Reparto di Ortopedia, quello che è sempre stato il fiore all’occhiello del nosocomio venafrano. Stando alle indiscrezioni pubblicate sul sito molise24.it, infatti, “dal 10 settembre il Reparto di Ortopedia e Traumatologia ufficialmente verrà trasferito al posto di Medicina. Appunto dal SS. Rosario di Venafro al Veneziale di Isernia. E così di fatto muore il reparto gioiello dell’ospedale cittadino, l’ultimo baluardo alla sua totale chiusura. Di fatto il dottor Enzo Bianchi, che lo dirige da oltre quindici anni, diventerà il primario nel Reparto isernino”. La resposabilità dell’accaduto ricade per intero sulla inetta e inconcludente classe politica locale, incapace di difendere il nosocomio e indegna della fiducia ricevuta dal popolo venafrano. A nulla è valso, quindi, l’impegno di Giovanni Vaccone e degli altri attivisti del Comitato civico “Pro Santissimo Rosario”. Approfittando della dabbenaggine dei politici venafrani, i dirigenti sanitari regionali continuano nella loro opera di demolizione del glorioso nosocomio. Il “Santissimo Rosario”è condannato a diventare “un grande cronicario per anziani, una enorme Residenza sanitaria assistita, senza più alcun reparto per i casi acuti e le emergenze”. E dire che l’ospedale di Venafro può vantare seicento anni di storia. Basti considerare che nel 1863, quando la città venne annessa alla allora “Provincia di Molise”, nessun centro dell’intera regione era dotato di un ospedale. Non lo aveva Campobasso e non lo avevano Termoli e Isernia. I politici di Venafro sono stati bravissimi a far diventare ultima la loro città da prima che era.