Esplode la contestazione per le Poste italiane. Non soltanto i sindacalisti riuniti in assemblea, ma anche gli stessi utenti, che approfittando del presidio, organizzato davanti alla sede di via Mario Milano per mettere a conoscenza dell’opinione pubblica circa i rischi che corrono tutte le parti coinvolte in questa vertenza, hanno voluto dire la loro, seppure ci sono state testimonianze di natura diversa. I propositi di razionalizzazione delle spese e della presenza sul territorio del Molise delle Poste sono avversati con forza dalle parti sociali, che vedono l’ennesimo bastione che potrebbe essere sguarnito, impoverendo ancora di più una regione che ha perso l’autonomia gestionale e i dipendenti connessi di numerosi servizi pubblici. Intanto, dalle sigle sindacali viene chiesto subito uno stop alla razionalizzazione cieca degli uffici postali e del personale in Molise. E’ questo l’appello lanciato dalle organizzazioni sindacali di categoria di Uil, Cisl e Ugl ieri mattina a Termoli, dove le parti sociali hanno convocato un’assemblea per discutere delle varie problematiche che attanagliano il comparto. Stretti tra la concorrenza delle poste private e da una gestione che mirerebbe a tagliare in modo iniquo e disagevole posti di lavoro, sportelli e servizi ai cittadini residenti, soprattutto nei centri dell’entroterra dove le poste svolgono un ruolo socialmente insostituibile, i segretari regionali Contento, Battista e Petrollino hanno animato un presidio in via Mario Milano, spiegando le ragioni della vertenza. Una mobilitazione, fiancheggiata anche da alcune amministrazioni locali e associazioni dei consumatori e comitati civici, che ha già evitato l’entrata in vigore di un programma che avrebbe davvero creato problemi alla cittadinanza molisana. L’esempio che i sindacati pongono all’amministratore delegato Sarmi è quello di Puglia e Campania, dove nelle realtà simile a quelle del Molise interno vi sono molte più unità lavorative, mentre nella nostra regione esistono sportelli che d’estate, con i comuni che si ripopolano, vedono al lavoro un solo impiegato e per di più con contratto a termine, senza esperienze specifiche. Una denuncia che prende piede anche per le condizioni di stress e di stanchezza psico-fisiche a cui i lavoratori delle Poste sono costretti, spesso dovendo mettere loro stessi le mani al portafogli per far quadrare conti che nel marasma dell’attuale organizzazione faticano a tornare a fine giornata. Un monito, quello lanciato a tutte le istituzioni, compreso il governatore Iorio, e all’azienda, per sedersi attorno a un tavolo e discutere di una riprogrammazione della presenza sul territorio, da valorizzare e non sguarnire.

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