Se sulla Fondovalle del Rivolo le istituzioni tendono a spegnere i riflettori c’è chi puntualmente li riaccende affinché l’arteria che da trent’anni attende di essere ultimata non venga avvolta ancora dall’oblio. In occasione del Primo Maggio il referente del comitato Pro Rivolo, Pasquale Sardella, aveva lanciato il Rivolo Day una provocazione, chiamiamola così, per riportare a galla le vicende che hanno segnato per tre decenni ‘‘l’incompleta’ e per sottolineare come la grande arteria, costata 40 milioni di euro, fosse al momento solo una grande pista ciclabile. Ma è servito a poco. “Dopo l’ennesimo annuncio – denunciano gli Ecodem – di un’imminente apertura è calato il solito silenzio che ci guiderà fino alla prossima tornata elettorale. Questa è l’amara storia della Fondovalle del Rivolo, palleggiata per quarant’anni da diversi soggetti politici e da imprese che non intendono assolutamente aprirla al traffico. Questo ormai si è capito, poiché la gallina dalle uova d’oro serve chiusa, a garantire lo stanziamento di fondi per l’uno o per l’altro intervento senza concludere mai l’opera. Provvidenziale per questo sistema è stata la piccola frana di due anni fa, così da giustificare interventi faraonici che gli stessi tecnici regionali avevano in realtà collocato in un semplice scivolamento di terra superficiale. Così, al posto di sgombrare la terra scivolata, si è avuta la brillante idea di costruirci sopra una bretella dal costo di circa 150mila euro, per far fronte all’urgenza di un’imminente apertura dell’arteria, riservandosi di agire successivamente con interventi adeguati. Il problema però è quello di capire di quale urgenza si sta parlando, dato che di aprire la strada non se ne parla e non se ne parlerà per mesi, se non per anni!! Allora, se la strada non si doveva aprire, perché non si è operata la soluzione definita al problema, ma una provvisoria? Quale è la logica di queste scelte progettuali? Poi c’è il problema dell’ultimo chilometro, terra di nessuno, in cui per quarant’anni non sono stati previsti neanche gli svincoli che ad oggi rimangono degli optional e che dovranno essere prima pensati e poi forse tra vent’anni realizzati”.

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