Le rassicurazioni sul completamento della copertura in
bilancio del servizio Tpl non sono, evidentemente, bastate all’Atm. Mancano
ancora all’appello i nove milioni che finanziano il servizio per la restante
parte del 2012, l’assestamento di bilancio non è stato ancora approvato. E così
l’azienda di trasporto regionale ha inviato ai sindacati una comunicazione
inequivocabile. In sostanza chiede di poter mettere in cassa integrazione 210
dei poco più di 300 autisti alle sue dipendenze dal 1° settembre al 31
dicembre. Si apre così una procedura potenzialmente devastante per il
trasporto. Perché il settore non è fra quelli che possono accedere agli
ammortizzatori ‘‘ordinari’ previsti dalla legge 223/91. “Significa che si
possono utilizzare solo quelli in deroga e lì ho paura che abbiamo un serissimo
problema di risorse”. A lanciare l’allarme è Erminia Mignelli, segretario
regionale della Cgil, che prevede un autunno durissimo in Molise. Sul tavolo ci
sono solo i 10 milioni di euro derivanti dall’intesa sottoscritta dal
governatore Iorio con il ministro Fornero a fine maggio. Ma sono impegnati per
le crisi già conclamate. Il rischio concreto, visto anche il numero altissimo
di esuberi dichiarato da Atm, è che per questi lavoratori non ci sia davvero un
euro a disposizione. Le organizzazioni sindacali ora solleciteranno la
convocazione dell’azienda all’assessorato al Lavoro per capire, intanto, per
quale motivo chiede di usufruire della cassa integrazione e verificare se c’è
un’altra possibilità. In caso contrario, bisognerà lavorare alla capienza
finanziaria di un’eventuale concessione della Cigs. I lavoratori, inutile
dirlo, sono sul piede di guerra. Sarebbero già 60 i decreti ingiuntivi
richiesti per ottenere il pagamento dello stipendio di agosto e della
quattordicesima. Alla fine del mese scorso esplose la polemica fra la ditta e
la Regione. Il management di Atm comunicò in una nota ai dipendenti che lo
stipendio dei prossimi mesi è fortemente a rischio a causa dei debiti contratti
negli anni passati e garantiti dalla Regione. In sostanza, l’azienda nata dalla
fusione di Sati e Larivera – ultimamente anche Molise Trasporti è confluita
nella nuova compagine – pretende che ora la Regione saldi tutti gli arretrati,
altrimenti non potrà pagare i lavoratori. L’assessore Velardi ha puntato i
piedi, chiarendo che le rimesse mensili per la gestione dell’appalto sono state
versate perfino in anticipo per quanto riguarda luglio. Ma senza la copertura
dei debiti pregressi la situazione non si è sbloccata. Anzi, è peggiorata. E
quella che era solo un’ipotesi nell’aria quando furono inglobati anche gli
autisti di Molise Trasporti, ora è diventata realtà con la richiesta di cassa
integrazione avanzata in queste ultime ore. Cgil e Uil hanno fatto partire
un’altra diffida nei confronti di Atm, è la terza. E in una nota inviata alla
stampa hanno stigmatizzato la scelta della società, comunicata alle maestranze
e alla Regione, di “saldare il conto con
i fornitori e non onorare il contratto di lavoro con i propri dipendenti, come
se non si potesse assolvere ad entrambi gli impegni finanziari e come se i due
impegni fossero alternativi tra loro”. La Cisl e l’Ugl hanno organizzato un mese
fa un presidio davanti alla Giunta di via Genova a Campobasso ritenendo che il
problema sta nel mancato saldo degli arretrati da parte della Regione. La
concessione del trasporto pubblico locale in Molise sarà oggetto del bando di
gara per il gestore unico. Ma nel
frattempo, anche a causa dei tagli che negli ultimi anni per il settore si sono
fatti pesanti, la razionalizzazione delle corse penalizza gli utenti e al
contempo provoca gli esuberi. Perché se prima una tratta era effettuata sia
dalla Sati, ad esempio, che da Larivera adesso c’è solo Atm. Dove prima erano
necessari due autisti ne basta uno. E la mannaia che si è abbattuta su di loro,
purtroppo, era ampiamente prevedibile. R.I.