Un’indiscrezione, quella della chiusura dello stabilimento Fiat di Cassino, che ha gettato nella paura anche le centinaia di lavoratori della provincia di Isernia impiegati nello stabilimento del vicino Lazio. Una doccia gelata quella arrivata sul quotidiano Repubblica che ha anticipato il piano dell’azienda alla luce dello stato del mercato dell’auto. Disastroso, tanto da spingere a rivedere gli obiettivi. La situazione. Dice Repubblica che quella del mercato dell’auto è difficile, tanto da spingere la Fiat a rinviare al 2015 la produzione della nuova Punto. Per il momento la Fiat non ha confermato la notizia, ma pare che le indiscrezioni poggino su basi forti. Marchionne attende ottobre, quando annuncerà il piano industriale su prodotti e utilizzo degli impianti. Già, proprio gli impianti. Sempre Repubblica sostiene che uno deglin stabilimenti maggiormente a rischio sia quello di Cassino. Le fonti spiegano che la produzione di Cassino, dove vengono assemblate Fiat Bravo, Alfa Romeo Giulietta e Lancia Delta, “è modesta e potrebbe essere accorpata a un altro stabilimento”. Pomigliano, invece, “non è in pericolo considerando gli elevati investimenti realizzati dopo che l’impianto è stato scelto per la produzione della nuova Panda, mentre Mirafiori rappresenta un simbolo troppo forte”. Le fonti aggiungono che a Melfi è prevista la produzione della nuova Punto e nel sito ex Bertone di Grugliasco un modello Maserati. A rischio, quindi, resterebbe Cassino se non anche altri vicini al Molise. I risvolti. La chiusura di Cassino non sarebbe affatto indolore per la provincia di Isernia, a cui verrebbe assestato un altro duro colpo. Dopo la perdita della provincia e la difficile situazione che vivono decine di aziende nella zona, adesso l’altra doccia fredda che investe anche Isernia. Qualora i rumors dovessero realizzarsi, cosa succederebbe alle centinaia di dipendenti che ogni giorno dalla provincia di Isernia raggiungono lo stabilimento Fiat di Cassino. Per non parlare dell’indotto – anche molisano – che ruota attorno all’industria dell’auto della vicina Cassino. Le ripercussioni in provincia sarebbero tante. E imprevedibili. Con una chiusura in vista, cosa succederà ai dipendenti? Ci si avvia verso una nuova Termini Imerese oppure si tratterebbe di un processo più indolore, con la possibile ricollocazione negli stabilimenti che invece Fiat intende mantenere nella zona? Legato a doppio filo alla sorte di Cassino ci sarebbe anche Termoli: con una chiusura del polo del basso Lazio, cosa succederebbe allo stabilimento molisano? Verrebbe potenziato oppure subirebbe conseguenze negative a sua volta? Una vicenda, quella della possibile chiusura, che ha destato non poco scalpore non solo in Lazio. I dipendenti si sono già mobilitati per cercare di ottenere novità, ma non c’è da aspettare perché prima di ottobre Fiat non svelerà i propri piani. L’unica speranza di conoscere qualche novità è quella di attendere il vertice che Marchionne dovrebbe avere nei prossimi giorni con il ministero del Lavoro, Elsa Fornero. Un incontro annunciato quello tra azienda e governo, ma senza che sia stata fissata una data precisa. La sorte degli operai molisani, insieme a quelli laziali, è appesa a un filo.