E’ una sentenza clamorosa ed inattesa quella emessa ieri pomeriggio dal Tar Molise, in ossequio alla quale all’ospedale di Venafro l’offerta sanitaria dovrà tornare ai livelli di una anno fa, prima che il nosocomio subisse nuove e pesanti decurtazioni. Il Tribuale amministrativo regionale, accogliendo il ricorso presentato dal comitato “pro Santissimo Rosario” ha disposto la messa in esecuzione della sospensiva emanata dallo stesso Tar il 7 luglio del 2011. In quella data, infatti, i decreti inerenti il riordino sanitario del nosocomio venafrano, rientranti nel contesto dello scellerato piano sanitario regionale, vennero inutilmente “congelati”, dal momento che il nosocomio venafrano ebbe successivamente a subire nuovi pesanti tagli, con riduzione di reparti e servizi. In virtù della nuova disposizione del Tar, quindi, il “Santissimo Rosario” dovrà tornare ai livelli prestazionali del luglio 2011. Per garantire che ciò accada, i giudici hanno conferito l’incarico di commissario ad acta al prefetto di isernia Filippo Piritore. A lui il compito di imporre il ripristino delle condizioni antecedenti la data del 7 luglio dell’anno scorso. Trattasi di una grande vittoria di Giovanni Vaccone e dei pochi attivisti del Comitato pro “Santissimo Rosario”, a partire dal fedelissimo Giuseppe Esposito. Certamente non è una vittoria della classe politica venafrana che, tranne qualche eccezione, non ha mosso un dito per difendere l’ospedale mentre veniva “sbranato” e “sacrificato” in nome di interessi che nulla hanno a che fare con il bene collettivo. E non è nemmeno una vittoria dei venafrani, che hanno accettato supinamente le angherie di taluni big della politica regionale, facendo mancare il necessario supporto al Comitato cittadino sorto in difesa del glorioso nosocomio, che per decenni è stato il più produttivo degli ospedali del Molise. I dettagli della vicenda sarnno illustrati domani mattina, alle 10.30, nel corso di una specifica conferenza stampa davanti ai cancelli della struttura ospedaliera venafrana. La clamorosa sentenza emessa ieri pomeriggio dal Tar del Molise, quindi, è da interpretare come una vittoria esclusiva di Giovanni Vaccone, anche se certamente non mancheranno gli “sciacalli” che tenteranno di attribuirsene il merito. Un concetto ben sintetizzato dal consigliere provinciale Antonio Sorbo, che al riguardo ha affidato alle colonne del nostro giornale una sua breve dichiarazione: “Ogni merito deve essere ascritto a Giovanni Vaccone ed al suo Comitato. Un paluso va anche all’avvocato Alfredo Ricci, per la dimostrata onestà intellettuale. Adesso occorre fare in modo che la sentenza del Tar venga rispettata”. Ma sarà davvero rispettata la sentenza del Tar? Al riguardo non tutti si dicono ottimisti. Permane, purtroppo, la sensazione diffusa che per il “Santissimo Rosario” non ci sarà nessuna “resurrezione”. I “poteri forti” che he hanno decretato la morte troveranno certamente il sistema di farsi beffe delle decisioni del Tar Molise.

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