La Regione taglia budget e posti letto. Alla Fondazione Giovanni Paolo II non resta che licenziare il personale in esubero. Ma i tempi sono durissimi e lasciare senza reddito le famiglie oggi rappresenta quasi un crimine. E allora il Centro di cura e ricerca di Tappino trova una soluzione: per risparmiare sulle spese del personale pensa di attivare, a partire dal primo ottobre prossimo, una riduzioone dell’orario di lavoro degli infermieri professionali in esubero. In sostanza un part-time al posto di un full time. Sembrava una buona soluzione in alternativa ai licenziamenti. Al tavolo coi sindacati però la spending review della Fondazione non passa e viene sonoramente bocciata dai sindacati. Sarà adesso la Direzione provinciale del lavoro di Campobasso nell’arco di un mese gli elementi per una mediazione tra le parti senza la quale, alla cadenza dei trenta giorni, partiranno i primi licenziamenti. La Fondazione di Ricerca e Cura Giovanni Paolo II e le parti sindacali si sono incontrate venerdì: con questa riunione si chiude – fanno sapre dall’ex Cattolica – la prima fase procedurale del ridimensionamento degli organici. La riunione non è stata preceduta dall’incontro in Regione Molise contrariamente all’impegno assunto lo scorso 7 agosto durante il quale il governatore Iorio, senza avanzare alcuna soluzione, aveva assicurato alle parti un nuovo incontro prima del 31 agosto. All’incontro di due giorni fa che si è svolto nella sede della Fondazione hanno preso parte i rappresentanti dei sindacati territoriali, il professor Savino Cannone direttore generale della Fondazione, il dottor Vito Penna, assistente speciale del presidente della Fondazione, e il dottor Carlo Di Falco, direttore sanitario. Al tavolo con i rappresentanti dei lavoratori i vertici della struttura di Tappino hanno spiegato le ragioni che inducano al ridimensionamento: riduzione delle entrate provenienti dalla Regione Molise che impongono una sforbiciata ai costi, diminuzione dei posti letto da 180 a 129, che comporta anche una riduzione del personale sanitario della struttura. Ebbene, di fronte a queste nuova situazione la Fondazione ha presentato “un piano di proposte – spiega una nota della Fondazione – che però non è stato accettato dalle parti sindacali dalle quali non è arrivata altresì alcuna soluzione alternativa né proposte costruttive alle difficoltà in corso”. Per risparmiare sul personale, la Fondazione voleva trasformare in part-time il contratto per personale addetto all’assitenza interessato all’esubero a partire dal prossimo mese, per un periodo di tempo non inferiore a 3 anni e in una misura non superiore al 25%. In aggiunta, la Fondazione si è dimostrata disponibile anche a ritirare l’esubero per gli ausiliari, di provvedere ad una revisione della quota per il servizio mensa per il personale stesso e di applicare un taglio sulla retribuzione di produttività del personale dirigenziale di ogni ruolo e qualifica.
A tutto questo le parti sindacali si sono dette contrare senza però avanzare soluzioni alternative sposatando il confronto sui tavoli istituzionali. La palla ora alla direzione provinciale del Lavoro. La Regione ha già troppi fronti caldi, ha già fatto intendere che non vuole entrarci.

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